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SACILE - Il rapporto degli italiani con la pubblica amministrazione è talvolta lo stesso che hanno con i loro problemi gastrici: si ripresenta a sorpresa, a tradimento. Uno di questi casi di reflusso burocratico è toccato pochi giorni fa ad un professionista sacilese. E.P. si sposta spesso in auto per lavoro e talvolta paga pegno al codice della strada. Nel 2016, ad esempio, si è guadagnato tre multe rispettivamente da 558, 216 e 133 euro. Tutte elevate fuori Sacile, nei suoi spostamenti di lavoro, probabilmente attraverso autovelox e simili. «Se uno sbaglia è giusto che paghi», commenta lui che infatti quelle sanzioni le pagò entro gli allora termini di legge di sessanta giorni. Non esisteva ancora lo sconto per il saldo entro i cinque.
IL RITORNO
Due anni dopo, la sorpresa. Gli arrivò una cartella dell'Agenzia delle Entrate che contestava il mancato pagamento delle tre ammende. La somma iniziale che già sfiorava la non esigua somma di mille euro era diventata di circa 2.200. Più del doppio. Ce n'era già abbastanza per innervosirsi, ma il sacilese è di quelli scaltri e ha conservato le ricevute di pagamento delle tre sanzioni che ha liquidato attraverso altrettanti bonifici. Si recò dunque all'Agenzia delle entrate, segnalò il triplice disguido e se ne tornò a casa incuriosito dalla particolarità di ben tre pagamenti non registrati dalla macchina burocratica, ma sicuro di aver chiuso la faccenda.
PARTE TERZA
E così è stato. Infatti quattro anni dopo, una decina di giorni fa, si è ritrovato con una seconda chiamata dell'Agenzia delle entrate. Il totale della nuova cartella è nel frattempo ulteriormente cresciuto, anche se in maniera più modesta rispetto a quella che era la prima tornata: 2.449 euro. Anche se capirlo dalla comunicazione ufficiale non è stato facilissimo, il professionista ha chiesto i verbali e ha scoperto che si trattava delle stesse tre infrazioni al codice della strada che erano state pagate nei giusti tempi e già contestate ben quattro anni prima. Servirà un nuovo passaggio all'Agenzia delle Entrate con le prove degli avvenuti pagamenti. Basterà? La speranza è l'ultima a morire.
IL COMMENTO
«Ritrovarsi con non una, ma tre multe che risultano non pagate quando invece lo sono è già curioso di suo, vedere poi che non si è posto rimedio nemmeno al secondo errore fa sorridere per non dire piangere», commenta con malcelata ironia il sacilese che, come molti altri italiani, sa che ogni ricevuta di pagamento per multe stradali va conservata per almeno cinque anni, se non si vuole correre il rischio di soffrire di reflusso burocratico.
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Il Gazzettino