Tragedia a Ca' di Rajo, enologo morto: indagata la madre dei fratelli Cecchetto

SAN POLO DI PIAVE - Infortunio sul lavoro mortale alla Cantina Ca' di Rajo: c'è il primo iscritto nel registro degli indagati. Ieri mattina è stato...

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SAN POLO DI PIAVE - Infortunio sul lavoro mortale alla Cantina Ca' di Rajo: c'è il primo iscritto nel registro degli indagati. Ieri mattina è stato notificato all'avvocato Andrea Franchin, legale dell'azienda, l'avviso di garanzia nei confronti di Sandra De Giusti, legale rappresentante di Ca' di Rajo, per le ipotesi di reati di omicidio colposo e lesioni colpose, nonchè l'avviso di "accertamento tecnico irripetibile" in sostanza l'autopsia sul corpo dell'enologo Marco Bettollini, 46 anni, morto da eroe per salvare il collega ed amico Alberto Pin. Sembrano migliorare intanto le condizioni di Alberto Pin, l'enologo 31enne di Cordignano. «Ci sono segnali positivi per una ripresa di Alberto. Ringraziamo tutte le persone che ci sono state vicine e per le tante dimostrazioni di affetto. Ci stringiamo alla famiglia di Marco in questo momento di dolore» le parole che arrivano dalla famiglia. Una notizia questa accolta con enorme sollievo a Ca' di Rajo, dove è costante il contatto con la famiglia.

L'AUTOPSIA
Il conferimento dell'incarico per l'autopsia al medico legale Alberto Furlanetto da parte della procura di Treviso è fissato per martedì a mezzogiorno. Nel frattempo lunedì lo Spisal, il servizio di prevenzione negli ambienti di lavoro, comincerà a visionare il filmato dell'incidente. «L'iscrizione della signora De Giusti nel registro degli indagati è un atto dovuto - spiega l'avvocato Franchin -. Posso dire che la signora è molto provata, entrambi i lavoratori coinvolti, Marco Bettollini e Alberto Pin, sono come dei figli per lei». Chi è vicino alla famiglia riferisce che la donna è disperata, per lei Marco ed Alberto erano di famiglia, giovani che considerava come figli. La donna è la mamma di Simone, Alessio e Fabio Cecchetto, i tre fratelli che di fatto conducono l'azienda Ca' di Rajo. I pensieri dei colleghi sono tutti per l'enologo 31enne di Cordignano. In queste ore si è ripreso a vendemmiare, i grappoli non possono attendere nei vigneti e si lavora con la mente rivolta ad Alberto Pin ed a Marco Bettollini che, preoccupato per l'amico nonché collega in difficoltà, è entrato nell'autoclave per salvarlo, un gesto da eroe che gli è costato la vita.
Fondamentale sono a questo punto della vicenda sia l'esito dell'autopsia sia il video della telecamera interna all'azienda che ha ripreso l'incidente. «L'autopsia aggiunge l'avvocato Franchin ci dirà se Marco Bettollini è morto per asfissia o per annegamento».

LA TRAGEDIA
L'enologo bassanese si sarebbe accorto che il collega Pin era entrato nell'autoclave, manovra assolutamente da non compiere e, non vedendolo uscire, probabilmente immaginando che fosse in difficoltà, è entrato a sua volta. La forte concentrazione di azoto presente nel recipiente avrebbe fatto perdere i sensi ad entrambi, Bettollini sarebbe svenuto in avanti, cadendo con la faccia nel poco vino ancora sul fondo dell'autoclave, è per questo motivo che si ipotizza l'annegamento. «In questa vicenda prosegue l'avvocato Franchin il video della telecamera è un elemento prezioso, fornisce elementi inequivocabili. Non sappiamo perchè Pin, anch'egli enologo e di provata esperienza, sia entrato nell'autoclave». Il contenitore non è fatto perché un uomo vi acceda. «Il bocchettone non è fatto perchè l'uomo possa entrare bensì per fare operazioni dall'esterno» spiega il legale.

GESTO INSPIEGABILE
Lo stesso titolare Simone Cecchetto, il giorno della tragedia, con il volto rigato dalle lacrime, incontrando i giornalisti ha spiegato che i lavoratori sanno come sia vietatissimo entrare nelle autoclavi, continuando a ripetere di non spiegarsi il motivo per il quale Alberto Pin l'avesse fatto. Evidente invece il motivo che ha spinto Marco Bettollini ad entrare nel contenitore d'acciaio, l'ha fatto per soccorrere il collega in evidente difficoltà.

L'INCONTRO


La famiglia Cecchetto ha incontrato la moglie di Marco Bettollini. L'enologo era originario di Roma e con la moglie aveva intenzione di ritornare in quella città, tanto da aver messo in vendita la loro casa a Bassano del Grappa. Da Ca' di Rajo tutti seguono con trepidazione l'andamento delle condizioni di Alberto Pin, con il desiderio unanime di poterlo riabbracciare presto fra loro.
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Il Gazzettino