Autopsia sul militare morto per emorragia cerebrale a 46 anni: Emanuele soccorso in ritardo

Autopsia sul militare morto per emorragia cerebrale a 46 anni: Emanuele soccorso in ritardo
UDINE - Una diagnosi tempestiva avrebbe potuto salvare la vita del carabiniere friulano Emanuele Calligaris, maresciallo maggiore di Montegnacco morto a 46 anni per...

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UDINE - Una diagnosi tempestiva avrebbe potuto salvare la vita del carabiniere friulano Emanuele Calligaris, maresciallo maggiore di Montegnacco morto a 46 anni per un'emorragia cerebrale? All'interrogativo dei famigliari sta cercando di dare una risposta la Procura di Udine. Il sostituto procuratore Lucia Terzariol si è affidata al medico legale Antonello Cirnelli e al professor Felice Esposito, neurochirurgo dell'università Federico II di Napoli. Lunedì riceveranno l'incarico per l'autopsia. Affinché possa tutelarsi con la nomina di un consulente, Carlo Peano, 61 anni, originario di Tramonti di Sopra e medico di base a Treppo Grande, è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo in ambito sanitario. A lui Calligaris si era rivolto il 12 marzo lamentando febbre a 38°: gli aveva certificato 5 giorni di malattia e prescritto Tachipirina 1000 e vitamina C 1000. 


L'AUTOPSIA

Calligaris aveva ricevuto il vaccino anti Covid il 4 marzo scorso. Subito dopo la sua morte nel reparto di Terapia intensiva, i medici dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale avevano escluso, attraverso un comunicato stampa, relazioni tra la dose di AstraZeneca ricevuta dal carabiniere e il decesso avvenuto il 16 marzo. Nel quesito posto dal magistrato ai suoi consulenti non si fa alcun riferimento alla vaccinazione. Il Pm vuole sapere infatti se Calligaris avesse qualche patologia rilevante e se la morte possa esser riconducibile a errori diagnostici o terapeutici. Vuole anche che si chiarisca se una corretta e tempestiva diagnosi ne avrebbe evitato il decesso. La famiglia si è affidata al medico legale Giulio Lorenzini.
Nell'esposto depositato in Procura dall'avvocato Roberto Mete, che assiste la famiglia insieme alla collega Monica Del Negro, si evidenzia come la situazione sia precipitata la notte tra il 14 e 15 marzo, quando alla febbre si sono aggiunti un forte mal di testa e vomito, fino alla perdita di conoscenza. Nonostante la Tachipirina, il carabiniere continuava a star male. Sarà lui stesso, la mattina del 15 marzo, a chiamare il medico. Le sue condizioni peggioravano rapidamente.


Quando il medico curante lo visita, verso le 15, aveva avuto uno svenimento e non era collaborativo. Peano accerta che il paziente è disidratato, gli prescrive un integratore e gli fa un'iniezione rassicurando la moglie che presto si sarebbe ripreso. Ma verso le 18 la condizioni di Calligaris precipitano. La famiglia si rivolge al 112 chiedendo l'invio di un'ambulanza. «Arriviamo il prima possibile», assicurano gli operatori già alle prese con decine di urgenze, molte dovute all'ondata di Covid che sta mettendo a dura prova la sanità udinese. 


LE ULTIME ORE

L'ambulanza arriverà a Montegnacco alle 21, tre ore dopo. Calligaris è in condizioni disperate quando viene accolto al pronto soccorso dell'ospedale di Udine. Una Tac evidenzierà la gravità della situazione: un'emorragia cerebrale. I medici della Terapia intensiva tenteranno il possibile per strappare il militare dell'Arma alla morte, ma dovranno rassegnarsi e lasciarlo andare. Sul decesso di Calligaris, un figlio ancora piccolo da crescere, la famiglia chiede adesso chiarezza.
C.A.

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Il Gazzettino