TRASAGHIS (Udine) - Cinzia, 34 anni, emigra dal Belgio e riapre l'ultimo negozio del paesino. Singolare la storia di questa donna che ha deciso di investire i suoi...
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Credeva di trovare un lavoro
«Perché? Per amore son tornata in Friuli, e credevo di trovare anche un lavoro. Ho provato a chiedere un po' ovunque, con l'esperienza che ho maturato all'estero nel settore del commercio e anche in quello di truccatrice - dice Cinzia -. Ma è stato tutto inutile: le catene dei supermercati non assumono, i teatri e gli stuti televisivi non hanno bisogno di truccatori. Allora ho deciso di aprire un negozio di alimentari da sola. Al momento va bene, anche perché qui, in estate, c'è parecchia gente che va a fare il bagno nei torrenti e vengono a comprare da mangiare o piccole cose».
I nonni emigrarono per cercare fortuna
I nonni di Cinzia Forte, Giuseppe e Maria Bertossi, originari di Gemona del Friuli, emigrano in Belgio in cerca di fortuna quando in Friuli c'è miseria. Lui lavorerà in una cava di porfido, lei farà la governante nella casa di una famiglia benestante. La coppia ha una figlia, Rosanna Collini, oggi 72 anni (nella foto con Cinzia), che sposerà Renato Forte, un friulano di Buja, anche lui emigrato in Belgio in cerca di una vita migliore. Dopo le nozze nascono Cinzia e il fratello Luca che oggi ha 40 anni e che gestisce una rinomata gastronomia di fronte al palazzo di vetro, Palazzo Berlaymont, a Bruxelles, dove lavorava anche Cinzia. Adesso la 34enne è rientrata nella terra dei suoi nonni e la mamma Rosanna, in questi giorni di agosto, le ha fatto visita in negozio.
Si torna a far credito come una volta
Fino agli anni Cinquanta, Avasinis di Trasaghis contava 850 abitanti e c'erano sei bar, tutti con una bottega di alimentari annessa, come si usava un tempo. Oggi di abitanti ne sono rimasti 300 e da tempo ha chiuso l'ultimo piccolo market. Cinzia ha rimesso a nuovo, con l'aiuto del compagno, una ex macelleria, che prima ancora era una bottega di tessuti. Si chiama "ll Camarin" e sorge nel centro di questo piccolo paese di montagna. La giovane ha anche deciso di far credito, come una volta, quando le famiglie pagavano tutta la spesa alla fine del mese, una volta incassato lo salario. Ecco allora che è rispuntato il vecchio "libretto" per "segnare" le compere: «Non diciamolo troppo forte, ma oggi, con questa crisi, serve anche il credito per mangiare, e io lo concedo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino