Siccità, in Friuli già a rischio un raccolto su tre. Chi può gioca d'anticipo e inizia a irrigare

L'allarme della Cia Fvg: "Mais, soia ma anche frumento: piantagioni ferme"

Siccità, in Friuli già a rischio un raccolto su tre. Chi può gioca d'anticipo e inizia a irrigare
Il mais, di cui il Friuli Venezia Giulia è letteralmente tappezzato. Ma anche la soia, coltura redditizia e ampiamente diffusa nella nostra regione. E poi orzo e frumento,...

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Il mais, di cui il Friuli Venezia Giulia è letteralmente tappezzato. Ma anche la soia, coltura redditizia e ampiamente diffusa nella nostra regione. E poi orzo e frumento, due piante che rischiano di rimanere “congelate” e di non crescere proprio quando dovrebbero “esplodere”. La siccità invernale che sta colpendo il Friuli Venezia Giulia non è solo l’immagine dei bacini in secca e dei fiumi con pochissima acqua. Non c’è solo il Gorgazzo che spaventa o le Risorgive boccheggianti. C’è anche già un conto presentato sulla scrivania degli agricoltori. E rischia di essere pesantissimo. 


I CALCOLI
L’analisi della Confederazione italiana agricoltori del Friuli Venezia Giulia lascia ben poco spazio alle interpretazioni e si inserisce a pieno titolo tra le emergenze che dovrà necessariamente affrontare la prossima giunta regionale. Non a caso il messaggio del presidente Franco Clementin è diretto soprattutto ai candidati alla presidenza. «Il trenta per cento delle colture è già oggi a rischio». E la colpa è naturalmente della pioggia che non si vede. «Il problema - ha proseguito in separata sede il presidente della Confederazione italiana agricoltori del Friuli Venezia Giulia - sta letteralmente degenerando. Sono in pericolo soprattutto mais e soia, ma stiamo vedendo le prime criticità anche in relazione alle colture di orzo e frumento. Si tratta di piante tipicamente invernali, che in questo momento dovrebbero risvegliarsi. Contavano però sulle piogge dell’inverno, invece le colture sono praticamente ferme». 


CONTROMISURE
«Qualche agricoltore - rivela Clementin - se ha disponibilità d’acqua sta già iniziando a bagnare per provare a salvare il raccolto. Non dimentichiamoci che ha anche nevicato pochissimo. Il problema si sta aggravando e potremmo essere all’alba di una stagione letteralmente disastrosa. Non dimentichiamoci poi che per i nuovi invasi serviranno almeno cinque anni. Noi agricoltori stiamo facendo la nostra parte, coinvolgendo le università per trovare soluzioni innovative». 


IL MESSAGGIO


Un’altra buona parte, però, deva farla anche la politica. CiaFvg ha deliberato un calendario di appuntamenti con i candidati alle elezioni regionali. «Sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione della Regione tra emergenze e crisi – riferisce il presidente Franco Clementin -. Guerra e siccità hanno impattato sull’intero sistema economico, mentre ci stavamo per riprendere dalla pandemia. Siamo colpiti dall’aumento dei prezzi e dell’inflazione e questa instabilità si riversa su imprese e famiglie, senza considerare che l’emergenza siccità, soprattutto per gli agricoltori ma non solo, esige una politica di governo concreta e veloce come mai si è visto sino ad ora». Cia Fvg chiede alla politica regionale diversi impegni nei primi 100 giorni del prossimo governo. « Imprescindibile la difesa dell’agricoltura e dell’agroalimentare, settore trainante del Pil nazionale, ma anche contenitore di migliaia di posti di lavoro. Grazie al Pnrr, finalmente, si potrebbero costruire infrastrutture per la gestione dell’acqua. Risale a diversi anni fa il progetto ideato dalla Federazione dei consorzi di bonifica per la realizzazione di invasi che non è mai stato recepito».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino