ROVIGO - Zero contagi, per l’undicesimo giorno consecutivo, con una nuova guarigione che porta il totale a 405 su 449 polesani trovati positivi dall’inizio...
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NUOVA ORGANIZZAZIONE
Con l’uscita degli ultimi due pazienti, già negativizzati da giorni, ma che per sintomatologia non potevano essere definiti guariti, si darà il via alla creazione di un’Area Covid “permanente”, come più volte ribadito dallo stesso Compostella: «Manterremo i 18 posti letto di Terapia intensiva Covid, aggiuntivi rispetto ai 4 previsti dalla programmazione, e altri 100 letti fra Area medica Covid e Terapia semintensiva, allestendo a questo scopo il quarto piano del San Luca. I letti rimarranno a disposizione del Centro regionale di emergenza e urgenza, perché una cosa ci ha insegnato questa epidemia: che quando l’onda arriva, arriva alta. Chirurgia verrà ripristinata nel giro di un mese, proprio per gli interventi per separare i percorsi della piastra operatoria rispetto alla Terapia Intensiva Covid. Successivamente verrà riattivato anche il Pronto soccorso».
LA STORIA RECENTE
La “conversione” del San Luca era avvenuta il primo d’aprile, con il piano straordinario che aveva previsto l’attivazione di 29 posti letto di terapia intensiva, fino a 20 posti letto di Terapia subintensiva polmonare, che in Polesine non esistevano prima di questa emergenza, e che dopo la loro prima attivazione al settimo piano dell’ospedale di Rovigo all’interno del reparto di Pneumologia, Compostella aveva definito «fondamentali e strategici, perché filtrano pazienti che altrimenti sarebbero destinati alla Terapia intensiva, con una sintomatologia respiratoria non più gestibile nel posto letto per così dire normale, ma che ancora non necessitano della ventilazione meccanica», nonché fino a 100 posti letto di Malattie infettive.
Il picco dei ricoveri si era registrato il 9 aprile, anche se in quel momento, con il focolaio scoppiato in Geriatria a Rovigo, 13 pazienti erano ancora ricoverati nell’ospedale del capoluogo, mentre al San Luca erano ricoverati 47 pazienti, 9 dei quali in Terapia intensiva.
Il numero massimo di pazienti al Covid Hospital è stato fra Pasqua e Pasquetta, il 12 e il 13 aprile, con 52 pazienti ricoverati, 18 dei quali in Terapia semintensiva e 9 in Terapia intensiva. Il picco per quanto riguarda la Terapia intensiva, tuttavia, si era registrato la settimana prima, con 12 pazienti attaccati ai respiratori meccanici, fra i quali anche i due accolti dalla Lombardia, trasferiti dalle Terapie intensive in difficoltà di Mantova e Bergamo, poi entrambi guariti e dimessi.
IL BILANCIO
Meno di due mesi fa, eppure sembra un’eternità. Un passato prossimo che quasi per una forma di difesa psicologica, viene allontanato se non addirittura rimosso. Anche se l’onda, per il momento, è passata, lasciando dietro di sé anche 34 decessi, quello che è accaduto è un monito che la sanità locale intende raccogliere. Per questo se oggi si terrà una conferenza stampa dal clima di festa, su “L’esperienza del Covid Hospital di Trecenta, dati e testimonianze”, alla quale parteciperanno il direttore generale Compostella, il primario di Anestesia e rianimazione Giuseppe Gagliardi, oltre a infermieri e tecnici, al San Luca, comunque, rimarrà presente, anche se vuota, l’Area Covid. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino