UDINE - Il 9 febbraio 2009 - dieci anni fa - moriva Eluana Englaro. La ragazza, che aveva allora 38 anni, di cui 17 vissuti in stato vegetativo a seguito di un gravissimo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È stato «un grande caso costituzionale», dice Beppino, che ha diviso il Paese costringendolo a fare una riflessione. Allora «gli italiani non erano pronti ad accettare la sua scelta», prosegue, «ora c'è una legge che è ben fatta, merita un plauso», nonostante alcuni nodi organizzativi e burocratici «da risolvere».
«È stata una vittima sacrificale - aggiunge - perché allora la medicina l'ha condannata a vivere in una condizione alla quale ha sempre detto 'no graziè». «Non aveva il tabù della morte - racconta Beppino - e noi genitori sapevano che» la strada imboccata «era fin da subito quella giusta. Eluana aveva idee ben chiare riguardo alla sua vita, e non potevamo fare altro». Non la dolce morte in qualche clinica svizzera, ma uno stop a una «vita-non vita» entro il recinto della «legalità», un lungo e tortuoso percorso: undici anni di processi, quindici sentenze dei giudici italiani e una della Corte Europea dei diritti dell'uomo, l'opposizione del governo di centro destra in carica ai tempi e le proteste, i sit-in, le manifestazioni e gli appelli di numerose associazioni "pro-vita". Con l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in silenzio forzato, ufficialmente obbligato ad essere spettatore fino a quando, qualche giorno prima della morte di Eluana, il suo rifiuto di firmare il decreto legge con cui il Consiglio dei Ministri avrebbe voluto bloccare l'interruzione della nutrizione forzata perché incostituzionale.
E da allora, riconosce Beppino senza appuntarsi alcuna medaglia al petto, «l'opinione pubblica è andata avanti e ha una maggior sensibilità» verso certi temi e adesso c'è anche «la legge sul fine vita».
Il Gazzettino