Elisabetta, la regatante veneziana convertita all'Islam: «No violenza»

Elisabetta Nordio
VENEZIA - «Mi hanno dato della pazza, qualcuno ha ipotizzato che fossi stata circuita, monopolizzata. Invece è stata una mia libera scelta». ...

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VENEZIA - «Mi hanno dato della pazza, qualcuno ha ipotizzato che fossi stata circuita, monopolizzata. Invece è stata una mia libera scelta».


Dal più profondo humus veneziano, quello delle regate, emerge una storia di conversione alla religione musulmana. È Elisabetta Nordio, 45 anni, veneziana, madre di tre figli già grandi, ora residente a Chirignago, due volte vincitrice a un remo a Sant'Erasmo e con ottimi piazzamenti alla Regata Storica nella sua lunga carriera.

Ha deciso di interrompere gare e allenamenti nel corso di quest'anno, ma non ha escluso il ritorno in gara per la prossima stagione, magari facendo coppia con sua figlia.

«Ho sposato un musulmano - racconta Elisabetta - ma lui non si è comportato bene e ci siamo separati. Così ho cercato nei libri religiosi della sua fede i difetti che potevano indurlo a comportarsi così. È andata a finire che in questo modo, leggendo e meditando, mi sono avvicinata alla religione musulmana, abbracciandola due anni fa. Ho scoperto, ad esempio, quanto le donne siano considerate e tutti rispettino i loro molti diritti. È una religione che nulla ha a che fare con la violenza, l'unica differenza è che nel cristianesimo si dice "porgi l'altra guancia", mentre il Corano afferma: "Se ti attaccano, difenditi". D'altronde lo stesso Corano recita, nel versetto 5.32: "Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità". Mi sembra un passo molto chiaro e assai significativo».

«Sia da veneziana che da musulmana - dice Elisabetta - mi ha molto colpito l'assassinio di Valeria, proprio perché era una persona comune. Provo un grande dolore, una ragazza così giovane. Al suo posto potevamo esserci tutti. Questi assassini colpiscono le persone normali e penso che ben poco abbiano a che fare con la fede musulmana, sia per come vivono che per come si comportano. I cretini ci sono ovunque, come coloro che distorcono il messaggio religioso».


«Dietro a questi fatti, a questi attentati terroristici e a quanto ne consegue - conclude Elisabetta - credo ci siano solo motivazioni economiche: la vendita di armi, il petrolio, le posizioni territoriali. Nulla a che vedere con l'Islam e con il sentimento religioso. Sono davvero addolorata, ma penso anche che non ci devono essere morti di serie A e di serie B: tutti coloro che sono stati colpiti dal terrorismo o gli incolpevoli uccisi dalle bombe lanciate dagli aerei sono uguali, purtroppo tutte vittime innocenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino