Elicottero schiantato, il mistero degli strumenti d'allarme mai attivati. Ancora tanti dubbi sulle cause

Nuovo sopralluogo sul monte Cusna

Corrado Levorin
PADOVA/REGGIO EMILIA - Un nuovo sopralluogo è stato condotto ieri sul monte Cusna, dove si è schiantato giovedì l'elicottero guidato dal 33enne padovano...

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PADOVA/REGGIO EMILIA - Un nuovo sopralluogo è stato condotto ieri sul monte Cusna, dove si è schiantato giovedì l'elicottero guidato dal 33enne padovano Corrado Levorin con a bordo quattro manager turchi e due libanesi. Un accertamento tecnico necessario per aggiungere nuovi tasselli alla complessa inchiesta aperta per fare luce sulle cause del disastro aereo. Altre informazioni sono attese dagli esiti delle autopsie, che l'autorità giudiziaria ha disposto su tutte le salme e i cui incarichi potrebbero essere conferiti oggi. Per i risultati e per estrapolare le prime informazioni dalla scatola nera e dai sistemi di bordo i tempi si prospettano però lunghi.


GLI ACCERTAMENTI
Quella di ieri è stata tutt'altro che una domenica di sole ed escursioni al passo di Lama Lite. All'avvio della stagione estiva dei rifugi della zona ha fatto in questi giorni da sottofondo il frastuono delle pale degli elicotteri che hanno battuto l'area prima per cercare l'Agusta Koala disperso e poi per trasportare soccorritori e tecnici. I rottami dell'elicottero sono stati trovati lungo il greto del rio Lama, fra i rifugi Segheria e Battisti rispettivamente nei territori comunali di Villa Minozzo e Ventasso (Reggio Emilia), a 1.900 metri di altitudine.
Un'area estremamente impervia, tanto che sabato anche il pubblico ministero si è dovuto calare con un verricello. Tutta la zona è sotto sequestro e ieri è stato disposto un nuovo sopralluogo con un perito tecnico dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) che ha avviato una propria inchiesta e il Soccorso alpino Guardia di Finanza (Sagf). L'obiettivo era analizzare tutti i dettagli della scena per ricostruire le fasi dell'impatto prima di avviare la difficile operazione di recupero dei detriti. Una fase di indagini in loco che si affiancherà a quelle sulla strumentazione del velivolo, sulle utenze telefoniche delle vittime e alle autopsie.
La Procura di Reggio Emilia a cui per competenza territoriale è passata l'inchiesta aperta per omicidio e disastro colposo a carico di ignoti aperta a Lucca ha disposto l'esame su tutti i cadaveri. I corpi sono stati trovati per la maggior parte carbonizzati: l'ipotesi più concreta è che l'impatto con il suolo e il successivo incendio siano stati loro fatali, ma si vuole vagliare anche ogni altra possibile pista.


I DUBBI
Intanto restano molti i punti da chiarire. Fra le cause della tragedia la più accreditata è quella di una perdita di controllo dovuta al maltempo. Pur non essendo stato compilato un piano di volo (non obbligatorio per questo tipo di trasferimento, ndr), è confermato che il pilota ha effettuato un deciso cambio di rotta. Partito da Tassignano (Lucca) e arrivato ad affrontare il versante toscano dell'Appennino (l'ultimo segnale è partito da Pievepelago), ha virato nettamente a ovest, fino al punto dell'impatto. Si suppone che Levorin, trovatosi improvvisamente in una situazione meteo estrema, abbia avviato un disperato tentativo di uscire dalla tempesta.


Alcuni altri incidenti avvenuti in zona fanno pensare che potrebbe anche essersi trovato davanti un muro di nubi tanto fitto da farlo piombare contro la montagna senza quasi rendersene conto. Per avere risposte sarà necessario attendere gli sviluppi delle indagini e degli accertamenti tecnici. Resta tuttavia il mistero legato alla mancata attivazione di tutti i sofisticati strumenti d'allarme presenti a bordo.

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Il Gazzettino