Verso il voto, il Terzo polo guarda sempre più a Conte. Grigoletto e Rocco (Azione): «Ci ha messo anima e cuore, non si è risparmiato»

Il sindaco Conte
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TREVISO - «Un giudizio sul sindaco Mario Conte? Quello che ho osservato in questi cinque anni è che Conte ci ha messo anima e cuore nel suo modo di amministrare la città. Non si è risparmiato». Roberto Grigoletto, nuovo volto simbolo di Azione, ex vicesindaco della giunta Manildo ed ex segretario provinciale del Pd, conferma l’apertura del terzo polo verso il primo cittadino, ma non abbandona l’idea anche di una corsa solitaria. Segue però l’indicazione data da Carlo Calenda (leader di Azione) ed Ettore Rosato (Italia Viva), che hanno indicato nel sindaco uscente un’opzione elettorale da tenere in grande considerazione. Nicolò Rocco, che di Azione sarà capogruppo in consiglio comunale, spiega: «Azione fa le sue valutazioni senza pregiudizi ideologici».

Partiamo proprio da Calenda che apre alla possibilità di appoggiare Mario Conte alle prossime elezioni amministrativa.
Grigoletto: «Non vedo dove sia la pietra dello scandalo, il terzo polo può e dovrà fare una politica alternativa a quella degli steccati ideologici. Ad ogni modo Calenda ha anche detto che non si può prescindere da una valutazione del percorso compiuto in questi cinque anni dall’amministrazione comunale».
Rocco: «Calenda è stato genuino nel dichiarare il proprio apprezzamento a Conte, segno che Azione valuta le persone e il loro operato. Ma da qui a dire che appoggerà senza dubbio Conte, ce ne passa. Però c’è apprezzamento. E la scelta del candidato sindaco la faremo esclusivamente sull’idea di città e sui programmi».


E voi, che giudizio date sul sindaco?
Gr: «Conte ci ha messo anima e cuore nel suo modo di amministrare la città. Va detto che sono stati anni complicati a causa della pandemia. Non si è risparmiato. Certo che, come sa chi ha avuto esperienza di amministrazione, non è un lavoro sempre facile e anche nel caso di Conte ci sono cose che avrebbero dovuto essere fatte o prima, o meglio o del tutto. Su altre lui stesso dovrebbe riconoscere di essere andato in continuità con chi lo ha preceduto».
Ro: «A Conte non ho mai fatto un’opposizione barricadera, per partito preso. Ma sempre andando nel merito delle questioni. E, sinceramente, sono più le volte che mi sono astenuto di quelle che ho votato contro. Nell’amministrare ci ha messo indubbiamente tanta passione. Ma molte cose positive, bisogna riconoscerlo, sono legate al lavoro fatto in precedenza da Manildo».


Se non appoggerete Conte l’altra opzione è la corsa solitaria?
Gr: «L’esordio elettorale è stato buono, anche in città, probabilmente ci sarà bisogno di consolidare la presenza politica del terzo polo sulla via di diventare partito. Una corsa in autonomia, per queste ragioni, secondo me sarebbe preferibile e auspicabile. Anche questa è una opzione».
Ro: «Il Terzo Polo ha un grande vantaggio: è molto libero, svincolato da legami ideologici. Abbiamo costituito un gruppo consiliare, lavoreremo a un programma e una visione di città. Su questo valuteremo cosa è meglio fare».


L’alleanza col Pd è del tutto esclusa?
Gr: «Il Pd nato 15 anni fa non esiste più. Fossi rimasto, avrei sostenuto l’idea di chi propone il suo scioglimento. Il “campo largo” che mi pare di aver capito sia nelle intenzioni del centro-sinistra (Pd- civica - 5 stelle - Coalizione civica) mi pare più una ammucchiata della paura. Per non dire una minestra riscaldata».
Ro: «Calenda, l’altro giorno al Bailo, non ha proprio parlato del Pd. E mi pare che, al momento, non sia un’opzione da prendere in considerazione».


Perché avete lasciato il Pd?
Gr: «Non ho lasciato con rancore ma con una grande delusione, questa sì: non c’è ormai più spazio per la sensibilità riformista e per la matrice del cattolicesimo democratico. Un partito tutto diritti civili e sempre meno diritti sociali. E che infatti viene superato sulla sinistra dai Cinque stelle. La tristissima gestione delle candidature alle ultime politiche mi ha sollecitato a fare in fretta i bagagli e ad accomiatarmi. Ora sento davvero di essere ritornato a casa».


Ro: «Nessuna questione personale, nessun problema col Pd locale. Ma il Pd si sta sempre più cristallizzando a sinistra: non ho condiviso l’appoggio dato alla proposta di tagliare i parlamentari e men che meno la posizione a favore del reddito di cittadinanza. Mi sento più rappresentato da Calenda».

 

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Il Gazzettino