Il manifesto del terziario ai candidati: «Ecco il Veneto che sogniamo»

Il manifesto del terziario ai candidati: «Ecco il Veneto che sogniamo»
VENEZIA - Forse una simpatia c'è ma non la fanno trapelare. E spiegano che un governatore vale l'altro, a patto che si faccia carico delle richieste della categoria. Per...

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VENEZIA - Forse una simpatia c'è ma non la fanno trapelare. E spiegano che un governatore vale l'altro, a patto che si faccia carico delle richieste della categoria. Per questo dalla sede di Confcommercio Veneto, a Mestre, tre giorni fa sono partite quattro buste indirizzate a Luca Zaia, Alessandra Moretti, Flavio Tosi e Jacopo Berti.




All'interno i «mallopponi»: le copie del manifesto rivolto ai candidati. «Questo è un momento decisivo per la nostra regione - commenta Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto -. Il fondo lo abbiamo toccato e ora è il momento di risalire e portare nuova ricchezza al Veneto». La prima richiesta di Confcommercio è di puntare sull'innovazione per rilanciare turismo e commercio. In Veneto, infatti, le tecnologie seguono spesso il binario del sommerso, diventando «alternative» ai servizi e alle attività del territorio.



«Ora attraverso le tecnologie si va a dormire a casa di sconosciuti, si prendono mezzi alternativi al taxi o si prenota un cuoco per una cena in casa - spiega Zanon -Attraverso l'innovazione diffusa e le reti, invece, si dovrà puntare a un terziario di mercato più forte ed efficiente». Secondo Confcommercio, la visione di futuro, oltre a puntare a ridurre le tasse e la burocrazia, non dovrà più essere ancorata al settore manufatturiero.(((fusarom))) «Anche perché è proprio questo il settore in cui si continua a delocalizzare - spiega Edi Sommariva, consigliere delegato di Confcommercio Veneto -. Nei Paesi più evoluti ad avere un ruolo di leadership è il terziario di mercato, ossia tutto ciò che non è il settore bancario e la pubblica amministrazione». Ma dei 574 milioni di fondi europei che transiteranno per la Regione nei prossimi sei anni, solo il 3% sarà destinato al terziario. Confcommercio chiede invece di investire, ad esempio, sulla vendita on-line e sulla rete internet diffusa per un turismo «moderno e sostenibile». Sistema di commercio, ribattezzato da Confcommercio «Commercio Slow» che, in risposta al proliferare di centri commerciali vuole spostare il baricentro nelle città e in rete. «Tutto questo, ovviamente, a consumo di suolo zero - ribadisce Zanon -. Perché l'obiettivo è recuperare i centri storici e i luoghi in cui la gente risiede. Perché ora ci sono solo negozi chiusi e luci spente». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino