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Di territorio, di genere, di ideologia. Comunque sia: sfide. Soprattutto nei collegi uninominali, dove la logica del maggioritario assegna il seggio al candidato che prende anche un solo voto in più degli avversari, ma anche nei plurinominali, dove il meccanismo del proporzionale scatena la competizione fra le diverse liste, le Politiche del 25 settembre in Veneto promettono duelli interessanti.
GLI UNINOMINALI
Negli uninominali si annuncia curiosa la gara di Venezia per la Camera, dove Noi Moderati corre con Martina Semenzato, la più brugnariana dei fucsia, al punto da solleticare già l'avversaria di centrosinistra Maria Teresa Menotto, storico volto dei dem e dell'associazionismo; il terzo incomodo potrebbe essere l'imprenditore azionista Alberto Baban. La leghista uscente Giorgia Andreuzza a Chiogga dovrebbe vedersela, almeno sulla carta, più con l'ex sindaco pentastellato Alessandro Ferro che con la dem Francesca Bressanin. Faccia a faccia nella giustizia a Treviso: l'ex magistrato Carlo Nordio, chiamato da Fratelli d'Italia anche come possibile ministro, avrà di fronte l'avvocatessa renziana Alessandra Nava, mentre il centrosinistra propone la consigliera regionale verde Cristina Guarda. In provincia, ma attorno a Castelfranco, l'uscente salviniano Dimitri Coin difenderà il suo scranno da Giovanni Zorzi, segretario del Pd trevigiano, comprimario il no-vax Loris Mazzorato. La deputa leghista Ingrid Bisa è stata dirottata a Belluno, dove gioca in casa la consigliera comunale dem Maria Teresa Cassol. Faccia a faccia tra Alberto a Rovigo, solo che uno è il commissario regionale leghista Stefani e l'altro è il debuttante dem polesano Lucchin.
Per il Senato, a Venezia-Rovigo si misurano gli opposti di destra e di sinistra Raffaele Speranzon e Michele Mognato. Sfida tra sindaci a Treviso-Belluno: Luca De Carlo (Fdi) di Calalzo di Cadore contro Paolo Galeano (Pd) di Preganziol, più l'ex Riccardo Szumski (era il mariga venetista di Santa Lucia di Piave) con il Partito Animalista. A Padova corre la forzista Anna Maria Bernini che però è bolognese, mentre radicato sul territorio è il leader del volontariato Emanuele Alecci. Gara in rosa a Vicenza tra l'europarlamentare leghista Mara Bizzotto, la deputata pentastellata Barbara Guidolin e la portavoce delle democratiche Claudia Longhi. Infine a Verona contro l'uscente Paolo Tosato della Lega, il Pd non va oltre Annamaria Sterchele, assessore a San Bonifacio.
I PLURINOMINALI
Meno prevedibili sono le dinamiche nei collegi plurinominali, anche se spiccano comunque diversi nomi. Per la Camera a Venezia-Treviso-Belluno la giovane dem Rachele Scarpa e, sempre a sinistra, il sindacalista ivoriano Aboubakar Soumahoro. Oltre all'imprenditore Francesco Peghin, a Padova-Rovigo si fa notare il manager musicale Gianmarco Mazzi, mentre decisamente più politici sono l'uscente dem Alessandro Zan, l'ex aspirante governatore pentastellato Enrico Cappelletti e la ministra renziana Elena Bonetti. Quest'ultima si presenta pure a Vicenza, dove però la scena è dominata da Enrico Letta, segretario nazionale del Pd, contro cui appare velleitaria la candidatura della no-vax in carica Sara Cunial. Promette di catalizzare l'attenzione a Verona l'ex sindaco Flavio Tosi, anche se il Pd ripropone Alessia Rotta e ci prova l'ex sottosegretario dimaiano Mattia Fantinati.
Per il Senato, folla di ex big di vari governi: nel Veneto 1 la leghista Erika Stefani, il meloniano Adolfo Urso e il dem Andrea Martella, nel Veneto 2 Beatrice Lorenzin del Pd e Carlo Calenda di Azione. La fucsia Stefania Fochesato, anima della Città della Speranza, esordisce a Padova-Vicenza-Verona, dov'è stata paracadutata la meloniana Isabella Rauti. Anche se forse il premio simpatia, se non altro per i suoi 95 anni, va alla più diva di tutti: Gina Lollobrigida, bersagliera di Italia Sovrana Popolare.
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Il Gazzettino