Elezioni politiche, Meloni in vantaggio anche in Friuli: Forza Italia e Lega si giocano una fetta di Regionali

Giorgia Meloni
C’è chi teme il tracollo e chi, invece, in queste elezioni Politiche vede la possibilità di un trampolino di lancio che potrebbe fare da traino anche per le...

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C’è chi teme il tracollo e chi, invece, in queste elezioni Politiche vede la possibilità di un trampolino di lancio che potrebbe fare da traino anche per le prossime regionali di maggio. Pure nel Centrodestra, la coalizione che in questo momento pare avere il vento in poppa, gli stati d’animo sono differenti. Se da un lato, infatti, Fratelli d’Italia ha alcuni problemi da sistemare legati in particolare agli assetti sul fronte del controllo del partito regionale dall’altro tutti i dati lo collocano in crescita. E si sa, quando i partiti veleggiano verso l’altro, è decisamente più facile trovare soluzione ai problemi interni.


LE FERITE


A leccarsi le ferite di una esclusione da un seggio sicuro è Forza Italia che ora dovrà rivedere tutti gli equilibri interni. Se fino alla fine delle Politiche si cercherà di far regnare l’armonia, compresa quella tra gli alleati, è evidente che l’esclusione dai Collegi uninominali ha aperto un vulnus che potrebbe avere ripercussioni anche sulle prossime regionali. A maggior ragione se non dovesse scattare neppure il seggio alla Camera dei deputati che vede in prima fila l’uscente Sandra Savino, segretaria regionale del partito. Insomma, una situazione in fermento, da Pordenone dove Franco Dal Mas si aspettava maggior considerazione, fino a Trieste, passando per Codroipo dove l’assessore e vice di Massimiliano Fedriga, Riccardo Riccardi ha la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro sul fronte della sanità e dell’emergenza, ma teme il rischio di ribaltoni interni che potrebbero mettere tutto in discussione. Un fermento per ora tenuto sotto controllo, ma che dopo il voto nazionale potrebbe portare a un regolamento di conti.


IL DUBBIO


In casa della Lega non ci sono certezze. Di sicuro il vento di primavera che aveva portato il Carroccio di Salvini in alto sino a superare il 30 per cento, non soffia più. Così come non ci sono neppure in regione a trazione leghista tutte le certezze di un anno fa. Il rischio, infatti, è di fare uno scivolone e di pagare un doppio pegno, da un lato perdere consensi (e deputati) dall’altro di vedersi distanziare in casa dagli alleati di Fratelli d’Italia. Lo sanno bene nella Lega al punto che l’ordine è di mettere il coltello tra i denti e lottare sino all’ultimo consenso. Un tracollo, del resto, peserebbe pure sulle prossime regionali. Non è pensabile, neppure nella peggiore delle ipotesi elettorali che gli alleati mettano in discussione la ricandidatura di Fedriga, ma che Fdi possa pressare per avere maggior spazio e gli assessorati più importanti, sarebbe il minimo. Non solo. Un brutto risultato del Carroccio aprirebbe in casa Lega scenari difficilmente registrabili allo stato come la leadership di Salvini a vantaggio dei governisti (Giorgetti, Zaia, Fedriga) e potrebbe pure finire nel dimenticatoio la lista del presidente che a quel punto, come è accaduto in Veneto, potrebbe ottenere più consenti del simbolo dell’Alberto da Giussano. Ipotesi che Salvini non potrebbe permettersi. In ogni caso il voto della Lega in Friuli, visto che ha lo scranno più importante in Regione, per ovvie ragioni, dovrà essere di qualche punto superiore alla media nazionale.


LA COPPIA


Rischiano meno, ma rischiano. Il duo Calenda - Renzi, infatti, sul territorio oltre a non avere un movimento strutturato non ha neppure il tempo di organizzarsi per le prossime regionali, ammesso che nel frattempo non si rimescolino nuovamente le carte. Di sicuro un risultato non soddisfacente potrebbe far dissolvere il movimento (e l’entusiasmo) come neve al sole. Un esito, invece, di rispetto, potrebbe far nascere nuovi equilibri con fuoriuscite di scontenti sia dalla lega che da Forza Italia e dal Pd. Ora non resta che aspettare il 26 settembre.

 

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Il Gazzettino