Alta velocità, strade da "riparare", trasporti carenti: il centrodestra disegna la viabilità del futuro in Friuli. Ecco le proposte

La stazione di Udine
Più trasporto ferroviario, e quindi maggiori investimenti su questa tipologia di infrastruttura; tenere d’occhio le mire cinesi sul porto di Trieste, auspicando che...

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Più trasporto ferroviario, e quindi maggiori investimenti su questa tipologia di infrastruttura; tenere d’occhio le mire cinesi sul porto di Trieste, auspicando che si comprenda appieno l’importanza di tale scalo per tutta la regione e non solo per la città; nessun «no» pregiudiziale al completamento della Cimpello-Sequals-Gemona, a patto di una verifica della convenienza a tanti anni dall’idea originaria. E, poi, sostegno all’aeroporto Fvg, per implementare i collegamenti. Non da ultimo, rivalutazione di snodi dismessi che potrebbero essere utilizzati per il trasporto di nuovo “carburante”, come l’idrogeno. Sono le linee programmatiche sui temi delle infrastrutture che i candidati del centrodestra al Senato e alla Camera in regione declinano secondo le necessità di un territorio geograficamente sì nel cuore dell’Europa, ma praticamente connesso con fatica al resto d’Italia e con diverse problematicità anche al proprio interno, soprattutto riguardo alle tempistiche di percorrenza.


I PROBLEMI


I problemi, in sostanza, ci sono e Sandra Savino, segretaria regionale di Forza Italia nonché deputata uscente e capolista al proporzionale per gli azzurri, lo riconosce, evidenziando che in questo momento il Friuli Venezia Giulia dal punto di vista delle infrastrutture «ha una posizione di potenziale grande vantaggio». Appunto, «potenziale». Come rendere tale condizione una realtà? «Dal punto di vista strategico la nostra regionale ha il più importante porto italiano, un approdo servito da un sistema portuale – con Monfalcone e San Giorgio di Nogaro – e che ha il supporto di una piattaforma logistica che si estende a tutta la regione – ricorda -. Abbiamo in mano un capitale di sviluppo considerevole, in grado di assorbire i flussi che arrivano dall’Est, portando merci fino al cuore produttivo dell’Italia». Di certo, quindi, «bisogna sostenere questa realtà, vigilando per tenere a distanza dal porto di Trieste le mire della Cina e facendo sì che, con un grande sforzo di armonizzazione, tutti i territori regionali capiscano e sfruttino l’importanza dello scalo giuliano». Dal porto alle ferrovie il passo è breve. «Purtroppo, però, viviamo la solita contraddizione italiana – sottolinea l’azzurra -: dal porto di Trieste escono più treni che non dal porto di Rotterdam. Ma l’alta velocità si ferma a Bologna».


ALTA VELOCITÁ


Convergono su questo punto con la stessa convinzione tanto il candidato deputato di Fdi al collegio uninominale di Udine, Walter Rizzetto, che il candidato senatore al proporzionale per la Lega, Marco Dreosto. «È chiaro che dobbiamo sostenere anche l’autotrasporto, ma il futuro del trasporto su merce è su rotaia – sostiene Rizzetto -. In Friuli Venezia Giulia l’alta velocità è un problema, occorre assolutamente procedere, quindi, al potenziamento delle infrastrutture esistenti, accompagnandole con una politica dei prezzi». 


IL CORRIDOIO


Dreosto ricorda il Corridoio paneuropeo 5 Lione-Ucraina: «Dobbiamo andare avanti e completarlo, rafforzando le nostre tratte, per gli sbocchi su ferro a Ovest e a Est che può darci. Si integrano così quelli garantiti dalla rete autostradale, con il completamento della terza corsia». L’attenzione di Rizzetto è anche sull’aeroporto Fvg - «che dobbiamo sostenere» - e sulle infrastrutture energetiche. «Ci sono delle condotte dismesse, un tempo utilizzate per il trasporto degli idrocarburi, che potrebbero essere riattivate. C’è già l’interesse di società che mirano al trasporto dell’idrogeno», afferma. E ciò in una regione che sta lavorando per essere la Valle dell’idrogeno. «Non siamo il partito del “no” a priori – sottolinea Dreosto -, perché infrastrutture efficienti supportano l’economia e, quindi, il benessere sociale. Perciò sul completamento della Cimpello-Sequals-Gemona non può che esserci un’attenta valutazione, per verificare se, oltre al completamento della terza corsia dall’A4 e al potenziamento dell’asse ferroviario, possa essere uno strumento di sviluppo». 

 

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Il Gazzettino