Crisanti evita scontri e parla dei temi con i dem di Londra, ma Salvini: «Sa solo di zanzare»

Andrea Crisanti
VENEZIA - Vista da Londra, com'è diversa la campagna elettorale per le Politiche. Anziché attacchi sulla polemica del giorno, proposte sui temi del futuro, dalla...

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VENEZIA - Vista da Londra, com'è diversa la campagna elettorale per le Politiche. Anziché attacchi sulla polemica del giorno, proposte sui temi del futuro, dalla sanità all'università passando per l'ambiente: è sui programmi che ieri sera iscritti e simpatizzanti del circolo Pd nella capitale britannica, ma anche di altre città continentali, in videoconferenza hanno tempestato di domande Andrea Crisanti, capolista per il Senato nella circoscrizione Europa. «Perché ho accettato questa candidatura? Prima di tutto ha risposto il docente dell'Università di Padova mi riconosco pienamente nei valori del Partito Democratico, a cui sono affiliato da diversi anni e prima anche alla Figc di Berlinguer, non ho mai cambiato idea durante questi anni. Poi è una candidatura che mi riconnette idealmente a esperienze familiari: mio zio era emigrato in America e grazie ai soldi che ha inviato a mia madre, ho potuto studiare e diventare quello che sono».

I VELENI
Pensare che la giornata in Italia era iniziata all'insegna dei veleni. Riprendendo lo scontro del giorno prima, Crisanti su Radio Capital è tornato a pungere Matteo Salvini: «Se fossimo stati nelle sue mani ora ci sarebbero 300mila vittime di Covid al posto di 140mila e saremmo allineati con Putin». Parole che hanno fatto infuriare la Lega, il cui segretario federale ha postato sui social lo spezzone televisivo in cui il virologo trevigiano (e attuale presidente dell'Aifa) Giorgio Palù definiva il suo successore «un esperto di zanzare». Ma la figura di Crisanti ha agitato pure il centrosinistra non-dem. «È la candidatura non solo dell'unico virologo che aveva dubbi sul vaccino, ma è anche la candidatura del teorico delle chiusure a tutti i costi», ha detto Matteo Salvini, leader di Italia Viva. Al che Enrico Letta, numero uno del Pd, oltre a rispondere ai leghisti («La gragnuola di reazioni alla candidatura Crisanti chiarisce che a destra prevale la cultura no vax»), ha ribattuto anche a lui: «I meriti della candidatura Crisanti. Ognuno dice cosa pensa veramente della più grande tragedia degli ultimi tempi». Contro-replica di Carlo Calenda, che con la sua Azione è alleato dei renziani: «Candidare virologi è a mio avviso sbagliato perché nel corso della pandemia hanno spesso ecceduto in protagonismo». Fuori dal coro politico, ha detto la sua proprio un virologo qual è Massimo Clementi, autore del libro Virosfera con Palù: «Senza criticare Crisanti né le scelte di nessuno, mi sorprende un po' che una persona che sia un tecnico poi scenda così direttamente in politica».

L'INTEGRITÀ


Crisanti però è tornato a difendere la propria scelta e a schivare le stilettate: «La migliore difesa contro qualsiasi attacco è l'integrità con cui ho affrontato tutte le situazioni senza dover adattare il mio giudizio a una parte politica o all'altra. Mi sono trovato in contrasto con Speranza, con il Cts, con Meloni e con Salvini, ma esclusivamente su basi tecniche. Ora però voglio fare una campagna elettorale che non ha nulla a che vedere con Covid-19, perché finalmente ci si è accorti che gli italiani all'estero esistono e hanno bisogno di rappresentanza. Non dimentichiamo che siamo 2,7 milioni di votanti, metà della Sicilia, ma eleggiamo solo un senatore e quattro deputati». È anche per sostenere i ricercatori all'estero che lo scienziato-candidato ha proposto un diverso utilizzo dei fondi del Pnrr, «altrimenti i carrozzoni che stanno creando prima o poi sottrarranno risorse per autoalimentarsi».

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Il Gazzettino