Morosin sgambetta Zaia a Venezia: fuori il simbolo Indipendenza Veneto

La lista esclusa a Venezia e, a sin., quella di Morosin
VENEZIA - L’indipendenza fa tendenza: in Veneto, secondo i sondaggi, quasi 60 su 100 la vogliono. E così le "corazzate" di Zaia e di Moretti mettono in campo liste con un...

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VENEZIA - L’indipendenza fa tendenza: in Veneto, secondo i sondaggi, quasi 60 su 100 la vogliono. E così le "corazzate" di Zaia e di Moretti mettono in campo liste con un Leone di San Marco grande così. In corsa con Moretti, benché il Pd abbia affossato in Parlamento la legge Rubinato per il Veneto a Statuto speciale, c’è la lista «Veneto Autonomo».




Nel campo di Zaia, invece, milita la lista «Indipendenza noi Veneto», raggruppamento di movimenti indipendentisti. Ma quel "noi", nel simbolo, è così piccolo che sulla scheda elettorale si leggerà, in pratica, Indipendenza Veneto. Vicino, troppo vicino al nome di Indipendenza Veneta, il partito che candida presidente Alessio Morosin, e che sul referendum di autodeterminazione del Veneto ha investito tutto, riuscendo a far approvare dal Consiglio regionale la legge che indice la consultazione.



Indipendenza Veneta ha fatto ricorso contro la lista dal nome «troppo simile». E l’ha perso in 6 province su sette. Ma a Venezia, ieri, la Corte d’Appello ha dato ragione a Morosin e ha cancellato la lista zaiana, che in provincia di Venezia, quindi, non potrà correre. D’altronde, la legge elettorale, su questo punto, è piuttosto chiara: non possono essere ammesse liste che nel simbolo utilizzino «parole che siano parte fondamentale e caratterizzante della denominazione di altro partito».



«Certo, nel nome abbiamo anche noi la parola Indipendenza e la parola Veneto. Ma il simbolo è completamente diverso, non è possibile alcuna confusione - si difende Luca Azzano Cantarutti -. La decisione di escluderci è totalmente sbagliata».

Alessio Morosin non ci sta: «L’indipendenza siamo solo noi. Hanno sbagliato loro - annota - il raggruppamento di movimenti alleati di Zaia s’è sempre chiamato "Noi Veneto Indipendente", e se sul simbolo elettorale ci fosse stato questo nome, non avremmo avuto nulla da eccepire. Ma pochi giorni prima del deposito delle liste, hanno deciso di cambiare, adottando un nome vicinissimo al nostro. Ma così è una lista-civetta, che giustamente è stata esclusa». Solo a Venezia, però: la Corte d’Appello si è proclamata incompetente a decidere per le altre province, nelle quali quindi la lista indipendentista di Zaia ci sarà. Un pasticcio mai visto. «Colpa della legge regionale fatta male - annota Morosin - sui simboli doveva decidere una sola corte, non sette tribunali diversi».


E così i ricorsi al Tar saranno due. Quello di Indipendenza Veneta, che chiederà che la lista "troppo simile" sia esclusa non solo a Venezia ma anche in tutte le altre province. E quello di «Indipendenza noi Veneto", che chiederà la riammissione a Venezia. E in subordine chiederà di poter eventualmente "correggere" la denominazione bocciata. E in tutte le province. «Sarebbe assurdo correre a Venezia con un simbolo e nelle altre sei province con un altro. Quindi se proprio dovessimo cambiarlo a Venezia - afferma Mariangelo Foggiato - ebbene ce lo facciano cambiare in tutto il Veneto». Normale buon senso, si direbbe, ma sei tribunali hanno già ammesso il simbolo escluso a Venezia e la legge non prevede si possa "correggerlo". «Ho la massima fiducia nella giustizia amministrativa - annota il governatore Luca Zaia - sarebbe veramente assurdo che il simbolo venisse accettato in tutti i collegi del Veneto tranne Venezia. Spero che vinca il buon senso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino