Zaia: «Grazie Matteo, è la vittoria della coerenza: ed ora, l'Autonomia»

VENEZIA - «Lega primo partito in Italia, superato il 34%! Grazie Matteo». Così Luca Zaia, governatore del Veneto,  commenta il risultato clamoroso alle...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA - «Lega primo partito in Italia, superato il 34%! Grazie Matteo». Così Luca Zaia, governatore del Veneto,  commenta il risultato clamoroso alle elezioni europee. L'affermazione della Lega - osserva Zaia - «è una vittoria personale di Matteo Salvini, per la sua determinazione per la sua voglia di fare e anche per la dedizione che ha dedicato a questo progetto.  Credo che dietro a tutto ci sia la coerenza. Le cose che abbiamo promesso di fare le abbiamo fatte. Ne abbiamo ancora una, l'Autonomia - ha concluso - e la dobbiamo fare».


«Sull'Autonomia l'ultimatum l'hanno dato i cittadini da Nord a Sud - osserva Zaia - visto che Lega esce forte ovunque, addirittura superando i 5 Stelle in molte regioni del Sud, a dimostrazione che l'Autonomia non è una partita del Nord ma nazionale». Così Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, commenta gli esiti della consultazione europea. «Dodici regioni l'hanno chiesta, cinque ce l'hanno già. Quindi - ha concluso Zaia - 17 regioni su 20 vogliono l'autonomia».

«Mai avrei pensato di arrivare e superare il 50% - ha confessato Zaia  - Questa è una giornata strepitosa un risultato che attribuisco a Matteo Salvini, lui ci ha messo anima e corpo in questa partita. È un risultato che sdogana Matteo Salvini come leader europeo
».

«Il Pd ha perso 187 mila voti in Veneto rispetto alle politiche dello scorso anno, è secondo solo perché il M5s ha dimezzato i suoi» osserva Zaia: «Il Pd non è l'araba fenice che sorge dalle ceneri. È la logica dell'affluenza alle urne - ha detto - che permette di avere percentuali in crescita».

Zaia ha quindi detto di 'gioirè per il risultato veneto: «La mia è la prima Regione, e la provincia più leghista d'Italia è la mia Treviso. Abbiamo un contratto da rispettare con i cittadini - ha concluso - Il tema del rilancio dell'economia è cogente, come quello della riduzione della burocrazia e della pressione fiscale».

In Regione Veneto comunque, le alleanze politiche di centrodestra non cambieranno. «Delle alleanze a livello nazionale parla il segretario federale Matteo Salvini - ha detto Zaia - per quanto riguarda le alleanze in Veneto, io la mia la porto avanti fino alla fine. Sono rispettoso del voto dei miei concittadini espresso nel 2015. Io ho una maggioranza solida, dove Lega è azionista di riferimento. Da me non ci saranno rimpasti. Ho ottimi rapporti con tutti i compagni di viaggio: Forza Italia, FdI. Io sono concentrato su partite importanti: Olimpiadi, Unesco, autonomia, Pfas e partite ambientali, Pedemontana veneta».


Sulla vicenda della Pedemontana, "stoppata" a pochi giorni dal voto dall'iniziativa del ministro 5stelle Toninelli, Luca Zaia è secco: «Ci sono tutti i presupposti per portare a termine il contratto di governo, ma spero il giusto dibattito all'interno di M5s non si traduca in un regolamento di conti che ci fa perdere ancora tempo. È stata disdicevole l'iniziativa sulla Pedemontana. Basta con il metodo del "dagli all'untore"».
 

IL SEGRETARIO DELLA LIGA VENETA

«Grande soddisfazione per i numeri stratosferici portati alla Lega da Salvini e per il voto in Veneto grazie al duo Salvini- Zaia che ha fatto saltare il banco»: sono le parole di Gianantonio Da Re, segretario nazionale della Lega in Veneto. Per Da Re scatta subito il tema caldo da affrontare ovvero l'Autonomia per la quale «si deve accelerare - dice -, i Cinquestelle non possono più nascondersi, devono solo fare i conti per capirlo». «A spingerli non servirà un diktat di Salvini - aggiunge Da Re - il gioco è tutto interno a loro e saranno gli stessi Cinquestelle a chiedere ragioni a Di Maio ed eventualmente a scatenare una guerra interna».


  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino