MESTRE - La sinistra veneziana vuole le primarie e non vuole Michele Bugliesi come candidato per opporsi a Luigi Brugnaro alle elezioni amministrative di fine maggio. Articolo 1,...
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NON RASSEGNARSI A PERDERE
Il terzo punto è un’esortazione: «Non ci si deve rassegnare. Brugnaro può essere sconfitto» come a dire, tra l’altro, che la candidatura del rettore di Ca’ Foscari è una rassegnazione alla nuova vittoria di Brugnaro. Che fare? Serve «una convergenza forte su una nuova candidatura, decisa insieme al nostro popolo, chiamandolo alla partecipazione più ampia e trasparente. Siamo ancora in tempo, ma non abbiamo più molto tempo». Cioè primarie prima o seconda domenica di marzo e poi due mesi a disposizione per la campagna elettorale; un po’ come avvenne nel 2015. E, tra le righe, aggiungono che qualunque proposta nuova e condivisa tra le opposizioni deve passare attraverso l’azzeramento della proposta attuale; e siccome l’unica proposta sul tavolo è quella di Bugliesi, dato che la sinistra non ha ancora fatto nomi, ovvio che un candidato unitario non può essere il rettore.
Allo stato attuale, dunque, si profilano due candidati per le opposizioni a Brugnaro, uno della sinistra e uno del centrosinistra coi moderati, se non addirittura tre perché quando la besciamella impazzisce difficile tornare indietro, e frange del Pd, che non sono d’accordo con la candidatura di Bugliesi ma l’hanno accettata per spirito di partito, potrebbero proporre un altro nome assieme a qualche movimento civico. Altra prospettiva per uscire dall’impasse è quella di una marcia indietro del Pd che, per non andare al suicidio con due o più candidati, accetta di candidare Michele Bugliesi alle primarie. Chiaramente, in questo caso, bisogna vedere se Bugliesi è disponibile a mettersi alla prova uscendo dalle stanze degli incontri separati con i vari movimenti e i partiti e andando alle urne. I vertici del Pd cittadino che hanno l’incarico di tirare le fila e hanno proposto Bugliesi, soprattutto il senatore Andrea Ferrazzi, Emanuele Rosteghin e il segretario comunale Giorgio Dodi, hanno spiegato più volte che le primarie a Venezia rischiano di premiare chi poi non vince le elezioni, riferendosi alla volta scorsa quando Felice Casson vinse le primarie e perse la corsa contro Luigi Brugnaro. La sinistra ribatte che con le primarie del 2010 Giorgio Orsoni vinse e venne eletto sindaco e che, invece, nel 2015 fu colpa del Pd se si ingarbugliò tutto perdendo un sacco di tempo prima di opporre Pellicani a Casson.
CONFUSIONE
Per la sinistra riunita ne “Il nostro impegno per la città” il rettore di Ca’ Foscari si è presentato avviando una serie di incontri con vari soggetti quali il Gruppo 25 Aprile come se fossero le realtà più rappresentative della città, e contemporaneamente si è messo a dichiarare che i partiti vanno superati per un’aggregazione più ampia ma poi è apparso con la targa del Pd che, però, a sua volta lo ha presentato come una candidatura civica. Un qui pro quo, insomma, che per la sinistra rischia di confondere e irritare non poco gli elettori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino