CONEGLIANO - Sale Antonio Campo Dall'Orto. Sale così tanto, che ieri è salito nello studio di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Per un vertice con il premier. Dunque sarà lui,...
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Un altro indizio, del fatto che il più papabile tra i papabili parrebbe proprio questo manager veneto che ha fatto la propria fama alla guida di Mtv e di La7, è il seguente. Qualche settimana fa ha chiesto un parere a uno stimato avvocato romano sulla base di questo quesito: se il governo nomina il dg della Rai con la legge Gasparri, poi in corsa questi può trasformarsi in amministratore delegato? Ciò accadeva quando ancora Renzi sosteneva di rifiutare la Gasparri come regola per la nuova Rai, e quando ancora non c'era l'intenzione di modificare nei limiti di questa legge la fisionomia del direttore generale dandogli più poteri. Dall'Orto sapeva dunque in anticipo le intenzioni di Renzi?
E comunque, nelle ultime ore, altre candidature forti per il ruolo di dg sono cadute e altre sono riemerse, come quella di Eleonora Andreatta. Si è sfilata Maria Patrizia Grieco (presidente di Enel), lo stesso vale per Mariella Soldi di Discovery e Andrea Scrosati non ha mai partecipato alla gara. Novari (di Tre) e Colao (di Vodafone) fuori gioco. Quasi per esclusione, anche se Dall'Orto è sempre stata la prima scelta di Renzi, a Dall'Orto si è arrivati o si è tornati. Il fattore tempo del resto è essenziale in questa partita del rinnovo dei vertici della Rai e del Cda. Renzi la vuole chiudere entro giovedì, forse mercoledì sera. Se va avanti troppo, minoranza Pd, grillini, berlusconiani cominciano a fare il tiro a bersaglio contro di lui e si scatena quella che Pino Pisicchio chiama «la nuova guerra del Peloponneso».
Martedì la Vigilanza voterà i consiglieri di amministrazione. Per eleggere il presidente della Rai, servono i due terzi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino