Industria e lavoro: a settembre giorni decisivi per Cimolai, Electrolux e Savio

Industria e lavoro: a settembre giorni decisivi per Cimolai, Electrolux e Savio
PORDENONE - Si sapeva, ma vederlo certificato sulla carta fa sempre un centro effetto. E così in attesa che dal primo ottobre, come chiesto dall’azienda, scattino i...

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PORDENONE - Si sapeva, ma vederlo certificato sulla carta fa sempre un centro effetto. E così in attesa che dal primo ottobre, come chiesto dall’azienda, scattino i contratti di solidarietà per gli oltre 1400 dipendenti dell’Electrolux di Porcia, a settembre lo stabilimento potrebbe chiudere almeno cinque giorni. Se non ci saranno aumenti di volumi anche sei. I primi due scatteranno subito.


IL PATRONO
Già oggi, infatti, per la ricorrenza del patrono di Pordenone l’azienda ha deciso di chiudere i cancelli e di non lavorare. Negli anni scorsi la giornata veniva pagata doppia perchè era un giorno di festa e le linee funzionavano a pieno regime. Ma l’Electrolux ha anche comunicato il prossimo giorno di chiusura della fabbrica di Porcia che sarà lunedì 11 settembre. Di più non è stato detto, perchè solitamente i giorni di chiusura vengono comunicati di settimana in settimana nella speranza che i volumi abbiano un sussulto verso l’alto, cosa che sino ad ora, purtroppo, non è ancora avvenuta. Resta però indicativo il fatto che - come detto - salvo notizie positive, il blocco delle linee potrebbe assestarsi su 5 giorni, uno per settimana.


L’INCONTRO
Se lunedì prossimo l’azienda chiuderà lo stabilimento, il giorno dopo, sembra sempre a Bologna, ci sarà l’incontro che vedrà da una parte del tavolo le organizzazioni sindacali, dall’altra, invece, i dirigenti aziendali. Nell’incontro, oltre ad analizzare ancora una volta numeri, prospettive e ordini per il futuro, il “piatto forte” sarà la definizione per lo stabilimento di Porcia dell’organizzazione dei contratti di solidarietà. Nel faccia a faccia precedente le organizzazioni sindacali avevano chiesto alcune garanzie, come la rotazione per tutti i lavoratori e fare in modo che ci sia una spartizione equa delle ore di solidarietà. Un passaggio che l’azienda dovrebbe concedere e per stabilire come organizzare turni e lavori stanno operando le Rsu interne. I contratti di solidarietà portano più o meno una decurtazione della busta paga che si aggira intorno al 45 per cento, anche se la Regione concederà 3 euro in più orari. Il vero problema, al quale Electrolux non ha risposto, è come impostare il futuro nel caso in cui i volumi non dovessero ripartire. È pur vero che i contratti di solidarietà come ammortizzatori sociali possono durare due anni a fronte dell’unico concesso invece con la cassa integrazione straordinaria, ma è anche vero che in un futuro immediato non si vedono all’orizzonte rimbalzi dei volumi. Secondo quanto comunicato dall’azienda alle organizzazioni sindacali la luce si potrebbe vedere solo nell’ultimo trimestre del 2025. Il dato che fa più paura è che a fronte dei 750 mila pezzi per i quali è tarata ora la produzione sul fronte del personale attualmente presente, ne sono previsti 585 mila. L’Electrolux ha stimato, con questi numeri, almeno 100 esuberi senza contare i 36 che se ne sono andati volontariamente.


SAVIO
Dopo lo sciopero che si è tenuto la settimana scorsa che ha interessato circa il 98 per cento del personale e legato alla disdetta da parte dell’azienda dei contratti relativi al fronte economico, per ora non ci sono grosse novità. Il sindacato sta aspettando che l’azienda convochi il tavolo, ma sino ad ora non ci sono state chiamate. Non è da escludere che la direzione aziendale voglia far decantare le tensione e poi chiamare “a rapporto” il sindacato. Resta il fatto che la disdetta unilaterale dell’integrativo economico ha senza dubbio avuto l’effetto di unire tutti i lavoratori della fabbrica di via Udine.


LA CIMOLAI


Il 12 di settembre sarà un giorno importante anche per la Cimolai Spa. In quella data, infatti, ci sarà l’ udienza del tribunale di Pordenone che dovrà certificare l’omologa al concordato. Il giudice avrà già preso in mano tutti i documenti, ultimo quello del voto positivo delle classi interessate, per verificare nuovamente l’intero percorso, accertare che i voti e le divisioni all’interno delle classi siano stati corretti e a qual punto approvare il concordato. Sempre ammesso che non ci siano problemi. In quel momento scatterà la seconda fase che è legata all’avvio del piano di recupero prima e di sviluppo poi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino