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PORDENONE - La carenza di materie prime e componenti sta tendendo molta parte dell'industria in allarme da oltre un anno. A subire la forte impennata dei costi, ma soprattutto la difficoltà di fare arrivare i container per rifornire i reparti produttivi è anche la multinazionale Electrolux. Da più di un anno - e in modo molto più evidente nei mesi successivi al lockdown della primavera 2020 - la produzione nei reparti della fabbrica di Porcia procede a singhiozzo. Ormai molte sono state le fermate produttive che la direzione aziendale ha dovuto prevedere proprio perché a corto di materiali e componenti. Un nuovo stop è previsto per la giornata di domani. E poi altre fermate programmate per venerdì 1 e lunedì 4 ottobre. Non si escludono ulteriori stop nelle prossime settimane e mesi, in particolare fino a fine anno. Le giornate di non lavoro - come da accordo tra azienda ed Rsu - saranno coperte con permessi e giorni di ferie. A scarseggiare sono sempre la lamiera (necessaria per realizzare la carrozzeria delle lavatrici), le schede elettroniche (per i cruscotti dei comandi) e ora anche i cuscinetti meccanici che vengono montanti all'interno delle lavabiancheria.
MAGAZZINI VUOTI
Un approvvigionamento sempre più difficile cui la multinazionale prova a fare fronte anche attraverso una redistribuzione delle minori quantità di componenti tra le diverse fabbriche italiane ed estere.
CONTRATTI RINNOVATI
Uno scenario paradossale: in un momento in cui la domanda dei mercati è piuttosto alta si deve lavorare con il freno tirato in quanto manca materiale. Nonostante questa incertezza Electrolux a Porcia negli ultimi giorni ha rinnovato circa venticinque contratti che erano in scadenza ad altrettanti lavoratori che erano stati assunti dopo il lockdown, a partire da maggio del 2020. Un rinnovo che traguarda l'intera prima metà del prossimo anno. Sono un'ottantina complessivamente gli operai che sono entrati da circa un anno e mezzo, attraverso diversi scaglioni e con scadenze contrattuali diverse, e che stanno a tutt'oggi lavorando. È il segnale che, nonostante le nebbie causate dalla carenza di materie prime, le prospettive per possibili future assunzioni a tempo indeterminato nel 2022 non sono sfumate.
D.L.
Il Gazzettino