Cortina. “El Camineto” chez Briatore: via il prosecco, solo champagne. La nuova gestione divide abitanti e frequentatori

Il locale "El Camineto" e Flavio Briatore
CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO) - Basta il post di Flavio Briatore ed è subito Cortina da bere: ma niente Prosecco (e nemmeno casunziei). «Il nostro Gruppo (Majestas)...

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CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO) - Basta il post di Flavio Briatore ed è subito Cortina da bere: ma niente Prosecco (e nemmeno casunziei). «Il nostro Gruppo (Majestas) sale ad alta quota!», ha scritto su Instagram il patron del Billionaire, confermando la riapertura da ieri sera dello storico ristorante “El Camineto” di Rumerlo «con la nuova gestione del management di Twiga Forte dei Marmi», un’impronta di Versilia già visibile nel menù che porta «innovazione nella tradizione», per citare lo chef Riccardo Rasina. I conservatori della Conca storcono il naso, ma è già stato annunciato il tutto esaurito per l’evento inaugurale di sabato 9 dicembre: pranzo con la musica di Alessandro Ristori & The Portofinos, la band degli eventi di lusso che ha suonato anche ai matrimoni della principessa Charlotte Casiraghi con il produttore Dimitri Rassam e dell’ereditiere Alexandre Arnault con l’imprenditrice Géraldine Guyot.

DA FILM

Non a caso fra i primi a commentare è stato Ezio Greggio, protagonista insieme a Christian De Sica, Massimo Boldi e Jerry Calà della pellicola di Carlo Vanzina nel 1986. «Congratulazioni… Yuppies: scena finale!!! Memorabile». In effetti come dimenticare la conclusione del film, girata proprio nella terrazza del locale affacciato sulle Tofane, dei quattro giovani di successo un po’ dongiovanni e un po’ smargiassi che litigano per il conto dello spuntino da un milione e 700mila lire? Battute entrate nella storia del cinema super-pop: «Ma ve siete strafogati, pure er tavolino ve siete magnati... E che c’avete ‘na fame atavica? Oh dico, la ragazza tua s’è magnata l’aragosta a Cortina...».

IL MENÙ

Ecco, il timore dei tradizionalisti che vivono (o fanno vacanza) nella Conca, è che l’arrivo di Briatore possa alimentare anche sul piano enogastronomico l’atmosfera cafona da cinepanettone. «Ci mancava solo lui: che orrore», è il commento sdegnato che corre sui social. «Siete solo un branco di invidiosi dell’alta borghesia», ribattono invece i sostenitori del cambiamento, ringraziando anzi l’imprenditore per il suo investimento in vista delle Olimpiadi 2026. Di sicuro il menù ha visto le prime modifiche, passando dalle barbabietole di montagna ai molluschi di mare: dalla lista presente sul sito web sono spariti i “casunziei all’ampezzana”, perché ora ci sono gli “spaghetti con le arselle Forte dei Marmi style”. 

Ma per i nostalgici della gestione Melon, va detto che alcuni piatti iconici dovrebbero essere riproposti, salvo le inevitabili correzioni linguistiche: il “baccalà della Lina con polenta” è diventato “stoccafisso mantecato al basilico e polenta di Storo”, così come gli “spaghetti alle cipolle” ora si chiamano “spaghetti tutto cipolla”. Confermato il radicchio di Treviso, anche se prima il tardivo era semplicemente “alla griglia”, invece adesso è servito insieme a “flan con fonduta al parmigiano” e compare nel ripieno del “cannolo fritto con ricotta”. Nessuna bollicina trevigiana però: nella carta dei vini, dal Veneto ci sono solo pregiati rossi come Amarone e Valpolicella, mentre tra i bianchi largo spazio viene dato al Franciacorta e soprattutto allo Champagne: ce ne sono 28, compreso il rosé e la bottiglia da 3 litri. I prezzi? Non sono stati pubblicati. Ma come dicevano gli Yuppies, parlando di Cortina al tavolo: «Se ci piace, ci piace...». 

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Il Gazzettino