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PADOVA - Aumentano le violenze sessuali. Ma anche arresti, denunce e allontanamenti dalla casa familiare. Il bilancio annuale dei Carabinieri del Comando Provinciale di Padova riflette un notevole cambiamento nel panorama della violenza di genere, con l’omicidio di Giulia Cecchettin diventato un faro per una nuova consapevolezza. La ventiduenne brutalmente assassinata dall’ex fidanzato di Torreglia, è diventata un simbolo, ispirando le vittime di violenza a rompere il silenzio e affidarsi alle forze dell’ordine, con un conseguente aumento dei casi. Nei dodici mesi del 2023, i carabinieri hanno affrontato con determinazione la prevenzione e la repressione della violenza, con un focus particolare sulle vittime femminili, anche se ci sono stati - seppur pochissimi - episodi che hanno avuto per protagonisti degli uomini.
I NUMERI
I dati diffusi dal comando provinciale, guidato dal colonnello Michele Cucuglielli, affiancato dal suo comandante del reparto operativo Gaetano La Rocca, evidenziano un lieve incremento delle denunce di maltrattamenti in famiglia, salite da 192 a 199 rispetto all’anno precedente. Nonostante un calo del 15,54% nei casi di atti persecutori, scesi da 148 a 130, è nell’aumento delle denunce di violenza sessuale che emerge il cambiamento significativo, passando da 68 a 84 rispetto al 2022: una crescita del 22 per cento. Tuttavia, è negli ultimi due mesi che si rileva un cambiamento ancora più tangibile. L’“effetto Giulia” ha innescato un’improvvisa accelerazione nelle denunce di violenza, con un boom misure cautelari.
L’INTERVENTO
Nel padovano nel 2023 ci sono stati tre casi eclatanti: il femminicidio di Tombolo dove è stata uccisa la 58enne Liliana Cojita, a febbraio una donna a Sant’Elena è stata colpita con dell’acido dall’ex compagno che l’aveva seguita sotto casa e a luglio un ex marito stalker che minacciava la moglie ha ferito gravemente un carabiniere intervenuto ed è stato colpito a morte dal collega che lo ha difeso. Lo scorso 14 luglio a Padova una pattuglia del Nucleo Radiomobile è intervenuta a seguito di chiamata al 112 in vicolo Castelfidardo dove una residente aveva segnalato in strada la presenza dell’ex marito dal quale era ormai separata da anni e che aveva già denunciato per i suoi atteggiamenti vessatori. Individuato l’uomo a bordo di un furgone e dopo averlo identificato e invitato ad allontanarsi, questi ha ingranato la retromarcia dando l’impressione di aderire all’invito, salvo però improvvisamente innestare la prima e puntare dritto sui militari, riuscendo ad investirne uno che è rimasto schiacciato fra l’auto dell’aggressore e quella di servizio. L’uomo è quindi sceso dall’abitacolo e impugnando un coltello a serramanico si è scagliato contro il militare ferito ed accasciato al suolo. Il collega, puntando l’ama di servizio contro l’esagitato gli ha invano intimato di desistere e, quando non ha avuto altra scelta, al fine di salvare la vita al collega, ha esploso 4 colpi con la pistola d’ordinanza che hanno colpito l’aggressore. Trasportato in ospedale, Haxhi Collaku, 55enne, cittadino albanese, è deceduto a seguito delle ferite riportate mentre il militare investito è stato poi ricoverato per le importanti lesioni agli arti inferiori. Il giovane carabiniere è uscito di recente dall’ospedale ma è ancora in convalescenza e lotta per riacquistare l’uso completo della gamba ferita.
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