L'incubo di Edith nel suo libro: "Ero il tesoro dei miei rapitori"

Edith Blais, la ragazza canadese rapita in Africa assieme al padovano Luca Tacchetto
PADOVA - «Per i rapitori ero un ostaggio: sia il loro tesoro che meno di niente». Trecentododici pagine per ripercorrere 454 giorni da incubo. A scriverle è la...

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PADOVA - «Per i rapitori ero un ostaggio: sia il loro tesoro che meno di niente». Trecentododici pagine per ripercorrere 454 giorni da incubo. A scriverle è la canadese Edith Blais in un lungo libro-testimonianza sulla drammatica esperienza vissuta nel cuore dell’Africa con il trentenne architetto di Vigonza Luca Tacchetto. Si intitola “Le sablier”, “La clessidra”. La sabbia metaforicamente contenuta all’interno è quella del deserto che i due ragazzi sognavano di scoprire prima di essere sequestrati da una banda di criminali per poi trovarsi nelle mani di un’organizzazione jihadista. Liberati dopo quindici mesi di terrore lo scorso 13 marzo, ora stanno riannodando il filo delle proprie vite: Luca è ripartito dall’insegnamento in una scuola superiore trentina, intanto Edith ha scelto di mettere pubblicamente nero su bianco emozioni e ricordi. 


L’USCITA
Il libro, pubblicato dalla casa editrice canadese “Éditions de l’Homme”, uscirà in lingua francese il 20 gennaio e sono già stati ceduti i diritti ad un’altra casa editrice per la versione inglese. L’annuncio arriva accompagnato dalle parole di mamma Jocelyne: «Il giorno in cui sei riapparsa nelle nostre vite la luce è risorta. Presto le persone potranno leggere la tua incredibile avventura, scoprire la tua forza interiore e il tuo desiderio di vivere». La sorella di Edith, Melanie, a proposito del libro aggiunge: «Un mix unico di dramma, umorismo e speranza». 
Parole di esaltazione anche da parte di Judith Landry, al vertice di Éditions de l’Homme: «È difficile esprimere l’orgoglio che abbiamo provato quando Edith ci ha confermato che stava scegliendo noi per pubblicare il suo libro. Perché sapevamo già che avremmo lavorato a una storia eccezionale, con una donna eccezionale. Ma anche perché dopo aver letto il suo manoscritto, abbiamo avuto la conferma di avere tra le mani un libro potente e luminoso, uno di quei libri che ti toccano dritto al cuore». 
IL VIAGGIO

Edith e Luca, partiti in auto da Vigonza il 20 novembre 2018 con l’obiettivo di scoprire l’Africa e lavorare da volontari in un villaggio del Togo, erano spariti il 16 dicembre dello stesso anno mentre attraversavano il Burkina Faso. Davanti al pm della Procura di Roma Sergio Colaiocco, esperto di sequestri ai fini di terrorismo, lo scorso marzo l’architetto di Vigonza lo scorso marzo ha ripercorso quei momenti drammatici: «Siamo stati fermati poco lontano del Parco Nazionale che si trova tra il Burkina Faso, il Benin e il Togo. A bloccarci è stato un gruppo di sei mujaheddin. Abbiamo viaggiato per settimane, anche a bordo di auto, moto e di una piroga. Siamo stati portati scorso nell’area desertica del Mali dove siamo rimasti per tutto il tempo del sequestro». Un incubo durato fino alla liberazione del 12 marzo. Ora Edith rompe il silenzio e riavvolge il nastro.
 

 

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Il Gazzettino