La ripresa nel 2021 c'è: 2.018 nuovi assunti, 119 in più rispetto ai licenziati

Un operaio al lavoro
ROVIGO - Il peggioramento della situazione pandemica, tanto a livello nazionale quanto più a livello internazionale, minaccia di avere un effetto dannoso sulla ripresa in...

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ROVIGO - Il peggioramento della situazione pandemica, tanto a livello nazionale quanto più a livello internazionale, minaccia di avere un effetto dannoso sulla ripresa in atto nell’economia e nel mercato del lavoro, che secondo i dati elaborati dall’Osservatorio di Veneto lavoro vedono Rovigo (meno 15%) insieme a Treviso (meno 19%) tra le province venete in cui si sono ridotti maggiormente i flussi di disoccupazione e inoccupazione monitorati attraverso le Dichiarazioni di disponibilità (Did) nei primi 11 mesi del 2021 (6.036 in Polesine) rispetto allo stesso periodo del 2019 pre pandemia (7.091).


 

L’ELEMENTO FELICE
In Polesine, inoltre, è tornato positivo dopo due anni il saldo occupazionale nel settore privato: le 2.018 assunzioni contate nelle posizioni di lavoro dipendente nel 2021 fino allo scorso 9 dicembre, hanno infatti superato di 119 unità le cessazioni di rapporti di lavoro, sommando i contratti a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato. C’è dunque un parziale ritorno alla normalità: la media regionale della riduzione dei flussi delle Did è del 13% tra gennaio e novembre 2021, ma il saldo occupazionale in Veneto (meno 2.906 sommando i risultati di tutte e sette le province) resta negativo fin qui e anche nel 2021 con le province che hanno maggiore propensione turistica, Venezia (meno 2.441) e Verona (meno 4.475) sono quelle che in termini occupazionali hanno pagato i costi più rilevanti durante la crisi pandemica.

EFFETTO LICENZIAMENTI
Il ritorno verso la “normalità”, però, si vede anche nell’aumento delle dichiarazioni di disponibilità per disoccupazione e inoccupazione rispetto al 2020 “ingessato” dal blocco dei licenziamenti. Uno stop che dal decreto Sostegni ha avuto per determinati datori di lavoro anche nel 2021 una proroga del divieto di procedere a licenziamenti collettivi e individuali per giustificato motivo oggettivo. Così, nei primi 11 mesi di quest’anno, le Dichiarazioni di immediata disponibilità (vale a dire l’atto formale che il cittadino deve compiere manifestando al servizio pubblico la propria disponibilità a lavorare e a partecipare alle misure di politica attiva del lavoro) sono già 6.036 in provincia di Rovigo e sono in aumento del 14% rispetto alle 5.276 contate tra gennaio e novembre 2020, dopo la rimozione dei vincoli ai licenziamenti a partire dal 31 ottobre, che era seguita allo sblocco parziale del 30 giugno.


«Il blocco dei licenziamenti ha avuto un effetto molto rilevante sia nel 2020 che durante quest’anno», precisa la Bussola dell’Osservatorio Mercato del lavoro. A oggi il salto avvenuto con la fine di giugno è in accordo con gli anni senza pandemia e il protrarsi della fase di modesta crescita tende costantemente ad accentuare la differenza con il passato, si legge nel report regionale, che specifica come «la nuova cesura di fine ottobre sembra non aver provocato una sostanziale riduzione del differenziale con i due anni pre-crisi».
I NUMERI


Nel dettaglio, nel periodo 30 giugno-30 novembre, in Polesine nel 2021 sono stati registrati 401 licenziamenti per motivi economici di occupati a tempo indeterminato e 162 nel 2020, rispetto ai 665 del 2019 e ai 646 nel 2018.
L’andamento occupazionale misurato secondo i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato nel settore privato, mostra nel lavoro dipendente il ritorno a un saldo positivo tra le assunzioni e le cessazioni dei rapporti di lavoro: il più 119 di quest’anno in Polesine, grazie a 2.018 assunzioni, segue al meno 287 nello stesso periodo del 2020, quando le 1.664 assunzioni non avevano colmato le 1.951 cessazioni di contratti a tempo indeterminato, determinato e apprendistato. Mentre nel 2019 senza pandemia, il saldo occupazionale in provincia era risultato comunque negativo, con 464 cessazioni non pareggiate da assunzioni ulteriori alle 1.856 contate in quell’anno.

Dal lato della domanda di lavoro (dipendente), quasi il 23% delle assunzioni in Polesine è avvenuto nel settore primario, circa il 22% nell’industria e il 55% delle assunzioni è avvenuto nel settore dei servizi. In particolare, il 21% nel settore che comprende i servizi alla persona e il 10,5% nella logistica.
 

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Il Gazzettino