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Calano ma dieci volte di meno che nel resto d’Italia e, quindi, in Friuli Venezia Giulia le imprese del terziario – cioè, commercio, turismo e servizi – sono «più resilienti». La crescita è compressa tra l’aumento dei prezzi praticato dai fornitori e la riduzione dei consumi, ma la fiducia sta tenendo, perché le aziende prevedono un miglioramento per la fine dell’estate, una stagione durante la quale il numero degli occupati è aumentato. È composito il quadro economico del II trimestre 2023 analizzato dall’Osservatorio curato per Confcommercio Fvg da Format Research e reso noto ieri.
LE IMPRESE
Sebbene alla fine del secondo trimestre il saldo tra imprese del terziario nuove nate (460) e imprese cessate (472) sia negativo di 12 unità, in Friuli Venezia Giulia questo calo equivale a un 3% rispetto al saldo del primo trimestre, ben lontano da quello nazionale che è arrivato a -31%, cioè dieci volte superiore. «Appare del tutto evidente la maggiore capacità di resilienza delle imprese del terziario Fvg rispetto al resto del Paese», ha certificato il direttore scientifico della società di ricerca, Pierluigi Ascani, che ha sondato gli umori di un campione rappresentativo costituito da 1.536 unità.
LA FIDUCIA
Una convinzione che è supportata dall’indice di fiducia espressa dalle imprese, in miglioramento (dai 40 punti del primo trimestre ai 43 del secondo fino ai 45 del terzo), rivolgendo soprattutto lo sguardo alla fine dell’estate. Nello specifico, a trainare la fiducia sono la ristorazione (49), il servizio alle imprese (49), la ricezione turistica (48), mentre appare più contenuto l’indice del commercio «no food», che si attesta sui 39 punti. Riguardo all’economia italiana, a credere di più sul suo futuro sono i pordenonesi, con 55 punti, seguiti dagli udinesi che totalizzano 48 punti. Più contenute le aspettative dei triestini (45) e ancor meno fiduciosi i goriziani, che totalizzano 35 punti. Se il focus è riferito alla fiducia nella propria impresa, essa è in aumento: da 50 a 51 punto.
I RICAVI
I ricavi, però, sono in calo – da 53 punti del primo trimestre ai 45 punti del secondo trimestre – perché, secondo gli analisti, le imprese del terziario starebbero scaricando sui consumatori solo in parte l’aumento dei prezzi. Esse continuano infatti a soffrire i rincari praticati dai fornitori in merito a materie prime, trasporti e logistica. Un doppio fenomeno – contrazione dei ricavi e aumento dei costi di approvvigionamento – che nel secondo trimestre del 2023 ha fatto aumentare il ricorso al credito. Connesso a questo fenomeno, comunque, c’è una nota positiva: «Aumenta la percentuale delle imprese che ricevono interamente il credito del quale hanno bisogno», ha attestato il rapporto dell’Osservatorio di Confcommercio. A dire che, insomma, l’accesso al credito non sembra impervio, tanto più che si dimostra «stabile» la capacità delle imprese del terziario Fvg di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. «Un dato che, però, è destinato a peggiorare alla fine del terzo trimestre dell’anno», cioè entro settembre, anticipa l’Osservatorio. L’occupazione regge, anzi, dal primo trimestre a fine settembre appare «in espansione», passando da 48 a 52 punti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino