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ROVIGO - Dopo il boom del 2020, quando lo scoppiare della pandemia aveva fatto volare le esportazioni polesane, trainate dal medicale e chimico-farmaceutico, e dopo il rallentamento del 2021, nel primo trimestre del 2022 si registra una nuova crescita, grazie anche a plastica e tubi. Ad evidenziarlo, l’ufficio Statistica della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, in un apposito approfondimento: «I valori delle esportazioni della provincia di Rovigo nel periodo gennaio-marzo 2022 si attestano complessivamente a 450,8 milioni di euro, in recupero del 10,3% rispetto al medesimo periodo del 2021 (409 milioni), ma ancora lontani dai dati del primo trimestre 2020 (570 milioni): 20,9% in meno. Al riguardo, si registra una decisa diminuzione del settore farmaceutico (-38,3% sul 2021 e -91,5% sul 2020), che aveva trainato le esportazioni nel 2020. Tale calo è dovuto esclusivamente al crollo delle vendite della voce medicinali e preparati farmaceutici, passate da oltre 198 milioni di euro del 2020 a 1,98 milioni di euro del 2022 (-99%)».
PLASTICA REGINA
Per quanto riguarda i vari settori, seppur l’agroalimentare valga in complesso 61 milioni, «la prima voce dell’export è costituita dagli articoli in materie plastiche (+33,4% rispetto al 2021 e +49,9% sul 2020), grazie all’aumento dei flussi destinati a Germania e Francia. Crescono anche i flussi in esportazione della voce prodotti chimici di base, sia in confronto all’anno precedente (+39,9%) sia rispetto al 2020 (+38%), grazie all’aumento del valore verso Germania, Slovenia e Croazia. Da segnalare l’incremento del 217,4% rispetto al 2021 della voce tubi, condotti e profilati, che si traduce in un aumento nei valori assoluti di oltre 15,3 milioni di euro, soprattutto per i numeri registrati verso Messico (+9.579,8%), Angola (+9.543,5%) e Iraq (valore di 1,75 milioni di euro)».
L’Europa resta il primo canale di sbocco, salendo all’81% del totale, per un valore di oltre 369 milioni di euro.
E GAS “PADRONE”
Sul fronte delle importazioni, invece, la crescita rispetto al primo trimestre del 2021 ammonta a 199,7% in più e a 188,2% in più rispetto al 2020. Si tratta di un totale di oltre 1,68 miliardi di euro, ma è bene evidenziare che il rigassificatore Adriatic Lng fa la parte del leone: «L’aumento delle quotazioni dei prodotti energetici a livello internazionale – si sottolinea nell’analisi camerale - ha contribuito fortemente al raggiungimento di tali valori: i valori dei flussi in entrata di gas naturale hanno registrato un incremento del 459% rispetto al 2021 e del 405% in confronto al 2020, attestandosi a 1,28 miliardi di euro, grazie alla presenza del terminale Adriatic Lng, che ha una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi annui, corrispondenti a circa il 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale. Al riguardo, aumentano i valori delle importazioni dal Qatar (366,6% sul 2021 e +308,9% sul 2020, per un valore di oltre 989,5 milioni di euro, il 100% delle importazioni italiane di gas naturale qatarino), dagli Stati Uniti (+983,2% sul 2020), da Trinidad e Tobago (per un ammontare di 101,1 milioni di euro) e dalla Cina (per un ammontare di 71,1 milioni di euro). In aumento anche i valori dei flussi in entrata di prodotti chimici di base (+68,6% sul 2021 e +88,1% sul 2020) e di apparecchi per le telecomunicazioni (+91,3% sul 2021 e +12,4 sul 2020). Da notare, infine, la forte crescita della voce prodotti della siderurgia (+130,6% sul 2021 e +102,4% sul 2020), collegata probabilmente al comparto edilizia per le ristrutturazioni incentivate». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino