Fulmine come una bomba in cimitero ​Ecco gli effetti devastanti

Fulmine come una bomba in cimitero Ecco gli effetti devastanti
VARMO (Udine) - A vederlo così come si presenta adesso pare vittima di una scossa di terremoto, il piccolo e storico camposanto di Santa Marizzutta, a Varmo: una sepoltura...

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VARMO (Udine) - A vederlo così come si presenta adesso pare vittima di una scossa di terremoto, il piccolo e storico camposanto di Santa Marizzutta, a Varmo: una sepoltura di famiglia letteralmente “esplosa”, con le lapidi sulle pareti spaccate fino a scoprire i loculi e a far uscire le bare, le finestre infrante, la cornice di ferro di un infisso finita in un campo, il cancello penzolante e, davanti all’ingresso, una voragine nella terra, con spessi pezzi di cemento spezzati come fossero di burro. Non gli effetti di un terremoto ma un fulmine "bomba" he è caduto nel cimitero durante i maxi temporali elettrici dei giorni scorsi. La scarica pare sia “entrata” attraverso la linea della corrente, lungo un “tirante” che assicura il palo al terreno, vicino al muro perimetrale in sasso, a nord.

 

Da lì la sua “corsa” distruttiva, sotto terra, facendo saltare i tombini, fino al primo quadro elettrico esterno della chiesa, edificio che sorge in mezzo al cimitero: un botto violentissimo e poi di nuovo sotto terra, fino alla sepoltura di famiglia. Sono state danneggiate diverse lapidi di marmo di tombe in terra, sono saltati i lumini elettrici, tutto il sistema di illuminazione esterno, con tanto di pali piegati. La finestra più alta della chiesa è andata in frantumi e il quadro interno bruciato. Una devastazione che ha interessato anche in parte il muro di sasso, con soglie in marmo schizzate in un raggio di 5 metri e un cipresso maciullato. Ieri, venerdì 4 marzo, gli operai del Comune e hanno messo in sicurezza quanto potevano: «Stiamo organizzando un incontro con i cittadini e con chi ha in gestione l’illuminazione del cimitero-  dice il sindaco, Sergio Michelin - per ridare a questo camposanto la funzionalità e il decoro che merita e che ha sempre avuto».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino