VILLAMARZANA - Singolare omaggio, consegnato ieri mattina da una famiglia di Pincara al Comune di Villamarzana. Una ciocca di capelli, appartenuti ad uno dei 43 Martiri,...
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«Avevo 6 anni e ricordo di come mia mamma quando le si domandava di mio fratello, restava a lungo in silenzio - racconta Milena Rizzi che ora ha 81 anni, splendidamente portati - Sono rimasta l’unica in vita dei miei fratelli, visto che oltre a Mauro, fucilato a Villamarzana, se ne sono andati anche Umberto e Giuseppe».
L’ultima ad andarsene è stata mia sorella Pasquina, scomparsa quest’anno a 94 anni. Era lei che conservava gelosamente i capelli di nostro fratello. Ed era stata lei a dargli da mangiare per l’ultima volta, prima che fosse ucciso dai nazifascisti. Poi si era recata in cimitero a Villamarzana, dove erano ammassati tutti i corpi. Mi ha più volte detto che aveva fatto molta fatica a trovare il corpo di Mario, in quanto era irriconoscibile. L’ha trovato solo risalendo ai vestiti e una volta visto ha tagliato un po’ di capelli da poter conservare. Erano di più di quelli che sono riuscita a portare a Villamarzana, visto che sono volati via portandoli dal cimitero alla nostra abitazione di Pincara, 75 anni fa».
Rizzi era nato in località Gambaro e quando seppe che c’erano squadre a caccia di gente da arrestare, su consiglio di un amico si rerò a Precona, scelto come rifugio segreto. Ma quella fu per lui, l’inizio della fine, visto che uno dei rastrellamenti più grandi, venne effettuato proprio nelle campagne di Castelguglielmo. «Ho deciso che non aveva più senso tenere questo ricordo solo per noi e che forse era arrivato il momento che Villamarzana potesse accogliere un piccolo ricordo di mio fratello. Ho perciò attaccato la ciocca ad una foto di mio fratello e incorniciato il tutto».
La cornice con foto e capelli troverà spazio nel museo provinciale dedicato alla Resistenza, ricavato nell’ex casa del barbiere di Villamarzana, che tra un mese verrà riaperta al pubblico, in occasione della cerimonia annuale di suffragio delle vittime. Mario Rizzi, lavorava assiduamente nel mulino di Pincara, che si trovava poco distante dall’attuale macelleria. «Ogni giorno portava la farina utilizzando un apposito carretto - conclude la sorella Milena - La sua sfortuna è che ha preso paura dei nazifascisti, scappando via dalla nostra casa. Lo hanno catturato subito. Un anno fa gli scolari della classe terza, avevano scritto un piccolo libretto, dal titolo “Storico nel mio paese”, partendo dal fatto che a Pincara esistono le vie Bruno Zanella e Mario Rizzi, entrambi uccisi a metà ottobre 1944». Nella sala consiliare municipale, ieri mattina erano presenti anche la figlia Maria Grazia Quaglio con Massimo Travaglini e il nipote Edoardo; c’erano il vicesindaco Daniele Menon e l’assessore comunale Stefano Chiaccherella. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino