Bimbi esclusi dalla visita in Duomo, le scuse delle maestre ai genitori e l'inchiesta della Curia

SAN DONA' DI PIAVE Il duomo in cui si è svolta la visita guidata
SAN DONA’ DI PIAVE – Scuse ai genitori ed ai bambini, ma intanto la Curia Vescovile avvia una indagine. Il caso dei cinque bambini di una scuola elementare della...

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SAN DONA’ DI PIAVE Scuse ai genitori ed ai bambini, ma intanto la Curia Vescovile avvia una indagine. Il caso dei cinque bambini di una scuola elementare della città esclusi dalle insegnanti che li accompagnavano dalla visita dei mosaici in Duomo, perché durante l’anno non hanno partecipato all’ora di religione (caso sollevato dai genitori di due degli alunni), è finito sotto la lente d’ingrandimento della Curia trevigiana, cui la parrocchia Santa Maria delle Grazie appartiene. Nella fattispecie il direttore dell’ufficio diocesano per l’insegnamento della religione, Roberto Baruzzo, assieme al vicario generale, monsignor Giuliano Brugnotto, ha acquisito informazioni su tutta la vicenda. Una sorta di indagine per capire come sono andate le cose ed il ruolo avuto dall’insegnante di religione. In genere, l’ufficio per l’insegnamento della religione, fa le sue indagini ed eventualmente chiede un incontro con l’insegnante; successivamente vengono decisi dei provvedimenti. Va detto che, com’è stato riferito dalla stessa Curia, ad oggi non si sono verificati mai eventi così gravi da prevedere un provvedimento disciplinare.

Nel caso specifico di San Donà la cosa dovrebbe essere archiviata in quanto la maestra di religione ha preso la decisione di escludere i bambini di comune accordo con le altre colleghe presenti, che hanno in questo modo condiviso la scelta. Insegnanti che martedì pomeriggio hanno incontrato i due genitori che avevano sollevato il caso, per spiegare il motivo della scelta e, sostanzialmente, per scusarsi. Scusa che, nella mattinata di ieri, hanno rivolto direttamente anche ai bambini.

«L'insegnante di religione, in accordo con le altre – spiega una mamma – ha escluso dalla visita i bambini che non seguono la sua ora a scuola, perché ha obiettivamente tenuto una lezione di religione all'interno del Duomo, senza attenersi al motivo della visita didattica: "visita al Duomo di San Donà per ammirare i mosaici di Padre Rupnik". Ha sostenuto di avere avuto problemi con altri genitori in passato per aver incluso in certe visite bambini di religione diversa. E, forte di quella esperienza, ha pensato bene, questa volta, di escludere questi bimbi, nonostante avessimo dato il consenso alla visita in Duomo. Avrebbe serenamente potuto impostare l'uscita affinché fosse accessibile e comprensibile a tutti, senza per forza doversi addentrare nello specifico del significato dell'Eucaristia o di qualsivoglia argomento prettamente inerente la sua materia. Oppure, avrebbe potuto farlo in maniera che fosse comprensibile anche a chi non frequenta la sua ora: non sono certo concetti impossibili da raccontare anche in maniera più semplice». Scuse comunque accettate dai genitori, che poi hanno ricevuto il sostegno morale da parte degli altri dei bambini ugualmente esclusi. Sulla vicenda si erano espressi anche don Paolo, il titolare della parrocchia del Duomo, ed il sindaco di San Donà di Piave, Andrea Cereser.

«L'arte è arte - aveva detto don Paolo - e l'ora di religione non c'entra nulla; per quanto ci riguarda tutti i bambini potevano accedere in chiesa e vedere le opere che vi sono esposte». Contrariato anche il primo cittadino. «Ricorda gli episodi dei Presepi nelle scuole con qualcuno che decide di non farli pensando che la Natività possa costituire mancanza di rispetto. Non si chiedeva adesione sprituale, ma un momento culturale. Quello che è successo non fa parte di quella tradizione di cultura e accoglienza che c'è. è diffusa e si dovrebbe sempre avere. La cultura è trasversale. E mi auguro che sempre più persone si rechino in Duomo per ammirare quelle opere». Si tratta di un imponente intervento artistico realizzato da padre Marko Rupnik e dalla sua equipe di artisti e di recente benedetto proprio dal vescovo di Treviso, monsignor Michele Tomasi, che ora, attraverso i suoi uffici, ha voluto vederci chiaro su questa vicenda. 

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Il Gazzettino