Duemila bengalesi al Palaplip per il console, la questura sospende l'incontro

La ressa a Carpenedo davanti al Palaplip
MESTRE - Via San Donà trasformata in un quartiere di Dacca. È dovuta intervenire la polizia, assieme ai vigili urbani, ieri mattina, per scongiurare i...

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MESTRE - Via San Donà trasformata in un quartiere di Dacca. È dovuta intervenire la polizia, assieme ai vigili urbani, ieri mattina, per scongiurare i problemi di assembramento che si sono verificati a Carpenedo, letteralmente invasa da circa duemila cittadini bengalesi alle prese con una serie di incombenze amministrative. Per dare modo alla folta comunità asiatica di espletare una serie di pratiche, infatti, il Consolato generale del Bangladesh di Milano aveva dato appuntamento ai propri concittadini all’auditorium del Palaplip. Una prassi già seguita in passato per evitare alla più popolosa comunità straniera in città - circa diecimila persone, impiegate per lo più nell’attività alberghiera, nella ristorazione e nell’indotto dei cantieri navali - di doversi sottoporre a lunghe trasferte, sconsigliate in epoca di emergenza sanitaria. Gli uffici consolati si sono così spostati a Mestre, dove ci si aspettava l’arrivo di 3-400 persone. È andata a finire che, verso le nove di mattina, i bengalesi che gravitavano attorno al Palaplip erano circa duemila, stando a fonti della Questura: la maggior parte in attesa ai giardini antistanti l’auditorium, altri sul marciapiede, nei bar del vicinato o nelle tabaccherie alla ricerca di carta o marche da bollo, con il traffico bloccato per il continuo arrivo di persone, giunti anche da fuori città, per le proprie pratiche burocratiche.


IL RISCHIO
In breve tempo l’affollamento ha rischiato di diventare un problema di ordine pubblico, con i residenti preoccupati per l’assembramento che si stava creando. Una situazione analoga a quella creatasi il 15 novembre scorso in via Cappuccina, dove migliaia di moldavi si erano ritrovati per votare al seggio istituito dalla loro ambasciata per le elezioni politiche. A quel punto Polizia e Polizia locale hanno preso in mano la situazione e, dopo avere raccomandato di rispettare le distanze interpersonali, hanno deciso, d’accordo con le autorità consolari del Bangladesh, di sospendere le operazioni e di rinviarle ad altra data, “al fine di consentire - ha comunicato più tardi la Questura - la predisposizione di un adeguato piano di gestione che possa garantire il rispetto delle misure di contenimento”. La stessa Questura si riserva di valutare in un secondo tempo eventuali violazioni alle disposizioni sanitarie anti-assembramento.
LE MULTE

Sul fronte prevenzione continuano i controlli delle forze di polizia per verificare il rispetto delle regole anticontagio, a Venezia gi agenti hanno multato titolare e 8 clienti dell’Hostaria Vecio Biavarol che si erano trattenuti a bere ben oltre le 18. Stessa sorte anche per il titolare e 4 avventori del Quanto Basta di viale Garibaldi a Mestre: le serrande erano abbassate ma all’interno si continuava appunto a consumare varie bevande. È andata peggio al proprietario di uno dei bar di Mussetta, una frazione di San Donà: oltre alle sanzioni anche la chiusura per cinque giorni. Quando il “conto” glielo hanno servito i vigili urbani si è seduto, sconsolato, pensando a quanto gliene avrebbe dette la moglie. Ilsuo atteggiamento imprudente, infatti, ha creato assembramenti e, quindi, il rischio di contagi. La polizia locale infattiha scoperto che nel locale il barista aveva servito spritz e prosecco, con annesse le classiche patatine a ben nove persone. Erano le 19.15, uno sforamento troppo ampio rispetto al limite orario delle 18 anche per poter essere giustificato in qualche maniera.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino