A fianco della stazione due torri da 100 metri: ecco i nuovi hotel

A fianco della stazione due torri da 100 metri: ecco i nuovi hotel
MESTRE - Due torri da 100 metri con almeno 25 piani l’una collegate da una piastra a due piani per negozi e altre attività economiche. Sono uno dei frutti...

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MESTRE - Due torri da 100 metri con almeno 25 piani l’una collegate da una piastra a due piani per negozi e altre attività economiche. Sono uno dei frutti dell’Accordo di programma siglato l’altro ieri a Roma tra il Comune di Venezia e il Gruppo Fs per il potenziamento intermodale della stazione di Mestre.

Due torri che comporteranno investimenti per un centinaio di milioni di euro e che ospiteranno nuovi alberghi o ostelli, più probabile ostelli, per altre centinaia di turisti pronti ad andare a visitare Venezia.
 E non è finita, perché le torri portano con sè anche un progetto per un altro collegamento: l’Accordo di programma ha sancito definitivamente che si farà la piastra sopraelevata che collegherà, con una galleria commerciale e una pista ciclabile, la parte mestrina della stazione con via Ulloa a Marghera dove il gruppo Salini possiede da anni 8 ettari di terreno incolto che vuole trasformare in un centro residenziale (con cinque condomini), commerciale (con un supermercato) e direzionale. La piastra sopra al fascio di 14 binari che ha sempre diviso la città come una ferita porterà nuovo valore a quell’area di Marghera e probabilmente sarà la volta che i lavori potranno partire, anche perché sempre nella zona di via Ulloa sorgerà la nuova Questura. Bisogna vedere, però, in quanto tempo l’opera verrà realizzata perché l’idea originale è di un privato, l’architetto Luciano Parenti che parlava di un paio d’anni per finire i lavori, ma con l’Accordo siglato l’altro ieri le Ferrovie si sono prese l’onere di realizzarlo da sole.
Molto più veloce, allora, potrebbe essere il progetto legato alle due torri: pensate così alte per evitare costruzioni più basse ma più larghe che avrebbero creato un muro invalicabile per la luce del sole in piazzale stazione, saranno infatti anche collegate col sottosuolo. L’idea dell’architetto Sandro Bisà, che ha progettato per il gruppo del tedesco Michael Kluge l’ostello AO di via Ca’ Marcello, è quella di costruire una galleria che colleghi i sotterranei del tram e della stazione. In tal modo, con un passaggio di una quarantina di metri, le persone che utilizzano il tram, i bus e i treni convergerebbero in un unico percorso protetto, invece di essere costrette a entrare ed uscire dai sotterranei e a percorrere pezzi di strada, e a quel punto tutte le attività commerciali della stazione diventerebbero un unico grande distretto al quale si aggiungeranno anche i negozi della piastra che farà da base alle due torri.
«Ora si tratta di verificare che tipo di sottoservizi ci sono, fognature e quant’altro, ma teoricamente non è complicato realizzare la galleria», spiega Bisà che pensa alla stazione Termini di Roma «dove l’interrato con tutta la zona commerciale è diventato uno dei luoghi più redditizi della città perché, appunto, ci passa un sacco di gente».
Oggi il sottopasso del tram a Mestre è un luogo buio e di sera pericoloso, e potrebbe invece rinascere a nuova vita.
Sempre dal punto di vista progettuale Bisà ha pensato a un giardino pensile per il tetto della piastra che farà da base alle due torri, e di utilizzare i soldi degli oneri urbanistici per riqualificare tutta l’area attorno, quella del piazzale dei bus, con nuove pensiline e marciapiedi, che oggi sembra un avamposto nel deserto. Il disegno, inserito nell’Accordo di programma, prevede anche la realizzazione di un grande portico lungo tutta la stazione dove si potranno prendere bus e taxi al coperto dalle intemperie o dal sole cocente, magari bevendo un caffè mentre si aspetta. Una cosa eccezionale nel far west della stazione di Mestre ma invece normale almeno nelle stazioni più importanti.

Il progetto è stato realizzato in modo da permettere la costruzione delle due torri in fasi diverse perché attualmente gli edifici esistenti e che dovranno essere demoliti sono di due proprietà differenti: c’è Michael Kluge che, dopo aver venduto la sua AO agli americani di Texas Pacific Group per 320 milioni di euro, ha continuato a occuparsi per conto proprio di investimenti immobiliari finalizzati all’ospitalità. In quest’ambito anni fa ha acquistato l’edificio definito di architettura brutalistica delle ex Poste che è giusto in mezzo a due proprietà delle Ferrovie, l’attuale sede della Polfer e del sindacato Orsa e un altro stabile più piccolo. L’Accordo di programma prevede che la cubatura dell’ex Poste venga spostata più verso il piazzale dei bus permettendo alle Ferrovie di riunire i suoi due lotti e di metterli in vendita. Potrebbe comprarli Kluge (sempre se non abbandonerà la partita stanco del troppo tempo trascorso per arrivare all’Accordo di programma), col quale le Ferrovie comunque dovranno raggiungere un accordo, ma anche l’altro gruppo tedesco Mtk, che sta finendo di costruire quattro alberghi e due garage multipiano in via Ca’ Marcello, ha fatto sapere di essere interessato. Dall’esito della compravendita dipenderà anche il fatto di avere un solo cantiere per le nuove torri oppure due differenti e in tempi diversi aumentando i disagi per la zona. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino