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SACILE - Solitamente di questi tempi a Dubai il termometro segna 35° e nel moderno centro degli Emirati Arabi Uniti si comincia a fare i conti con l'umidità piuttosto che con la pioggia. «Ci si prepara all'estate in effetti - racconta Nicholas Tomei, 32enne capo chef di un lussuoso ristorante, il Papas di Dubai Marina, zona che non è stata risparmiata dalle piogge torrenziali di questi giorni - ricorda il giovane originario di Pordenone, poi per anni residente a Fontanafredda dove abita la sua famiglia -. Almeno oggi il cielo è sereno, il peggio sembra essere passato». Nicholas è riuscito ad arrivare al suo posto di lavoro e così anche il manager del locale, ma sono gli unici della squadra che conta 10 elementi in cucina: «Speriamo arrivino in tempo per la cena».
La situazione a Dubai: cosa succede
Nonostante il miglioramento meteo, «si vedono ancora, in alcune zone della città, auto abbandonate in mezzo alla strada, mezzi che fino a ieri erano del tutto sommersi.
«Le bombe d'acqua non sono più una novità»
Nicholas si muove con un'auto presa a noleggio, non adopera le autostrade che più di altre arterie sono state allagate nei giorni scorsi e per fortuna la zona dove risiede, a un quarto d'ora dalla Marina, ha subito pochi danni. «Io abito al Jumeirah Village Circle, un'area residenziale: lì non ci sono state gravi conseguenze, ma buona parte della città mostra ancora evidenti segni di quello che ha subito. Ieri rientrare a casa è stato molto difficoltoso perché parecchie strade erano off limits per l'acqua». A Dubai ormai da qualche anno, Nicholas commenta che improvvise bombe d'acqua non sono più una novità assoluta nemmeno da quelle parti: «Diciamo che da quando sono qui è successo altre 2 o 3 volte e nonostante ciò si nota che c'è una scarsa abitudine a fare i conti con questi fenomeni. Comunque arrivano piogge molto consistenti per un giorno, al massimo 2» che, troppo abbondanti, il terreno desertico dove non consumato dal cemento, non riesce a smaltire.
Il ristorante Papas
A proposito di cambiamenti: da una cucina internazionale, il ristorante dove Nicholas veste il ruolo di capo chef da qualche mese si è convertito ad un menù molto italiano. Come sta andando? «Abbiamo aperto a dicembre con una veste del tutto nuova e un'impronta molto italiana e devo dire che sta andando bene, inoltre sono notevolmente aumentati i clienti local, anche il periodo del Ramadan è stato positivo», sintomo che la cucina Made in Italy trova estimatori anche tra i palati arabi. Il 32enne pordenonese, diventato capo chef a soli 30 anni, sembra dunque aver centrato il bersaglio frutto di una lunga esperienza all'estero, dopo la scuola alberghiera e qualche anno da stagionale a Lignano. Nicholas si era trasferito a Londra all'età di 20 anni e nella capitale inglese è rimasto per 6anni, lavorando nei locali del noto chef Gordon Ramsey fino alla decisione di accettare il ruolo di vice capo cucina al Marina Social, il ristorante dove ora è chiamato a guidare l'intera "brigata" nel nuovo Papas.
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