Con i droni a caccia di buchi neri

Con i droni a caccia di buchi neri
TREVISO - Quel groviglio di arbusti cresciuti in ogni dove e i rifiuti sparsi ovunque diventati grande attrazione per ratti di ogni dimensione, e incubo per i residenti della...

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TREVISO - Quel groviglio di arbusti cresciuti in ogni dove e i rifiuti sparsi ovunque diventati grande attrazione per ratti di ogni dimensione, e incubo per i residenti della zona, sono comparsi ad altissima definizione sui monitor degli agenti della polizia locale. Le immagini catturate dall'alto dal drone non lasciavano dubbi: dietro quei muri c'era uno stato di degrado non più tollerabile, soprattutto in una zona residenziale a due passi dal centro storico. Da qui è partita quell'operazione di pulizia che ha normalizzato la situazione all'interno del complesso ex Enel di porta Carlo Alberto: «Senza l'osservazione dall'alto, certe cose non sarebbe possibile vederle. Il drone è uno strumento fondamentale per la lotta al degrado e all'inquinamento». Andrea Gallo, comandante della polizia locale trevigiana, lo dice chiaramente: la squadra-droni introdotta nel 2020 ha rappresentato una svolta epocale.


SELEZIONATI

Attualmente i piloti dei droni sono quattro - «ma in questo 2021 contiamo di aggiungerne altri quattro per raddoppiare l'attività», anticipa Gallo - e si alternano ai comandi dei due droni in dotazione. Da poco hanno avuto anche un furgone attrezzato diventando così, a tutti gli effetti, un nucleo di pronto intervento. E di interventi ne fanno parecchi: nell'ultimo anno le ore di volo sono state 84. «Con i droni il nostro lavoro è cambiato - ammette il comandante - si stanno rivelando utili in tante situazioni. Per esempio gli incidenti: le riprese dall'alto sono molto apprezzate sia da chi fa i rilievi per ricostruire le dinamiche, sia dai vari periti. E poi c'è il monitoraggio delle aree degradate. Molto spesso dalla strada non si riesce a cogliere la gravità di certe situazioni. Con le riprese dall'alto il discorso cambia. In molte occasioni abbiamo potuto ribattere alle rimostranze di alcuni proprietari proprio mostrando le foto fatte col drone, inequivocabili e davanti a cui nessuno ha potuto negare nulla».


AMBIENTE

Ma il fronte più caldo resta quello della tutela ambientale. Qui il drone esprime la massima potenzialità: «Sono fondamentali per individuare le fonti di inquinamento, che siano rifiuti abbandonati o sversamenti nei corsi d'acqua. Nel 2021 utilizzeremo anche dei paricolari sensori per analizzare i fumi, ampliando così le nostre possibilità di controllo». Il drone entrerà anche a far parte della Protezione Civile cittadina: «La nostra dotazione e un pilota verranno messi a disposizione della Protezione Civile. Fortunatamente a Treviso non ci sono grossi pericoli di esondazione, ma la possibilità di controllo dall'alto è ormai fondamentale anche per le operazioni a tutela della cittadinanza». L'occhio elettronico volante è stato utilizzato anche per la ricerca di coltivazioni di droga nelle campagne: «Purtroppo è un fenomeno in aumento anche se nel nostro comune non abbiamo ancora trovato nulla - spiega Gallo - ma un controllo di questo tipo è molto utile. Le possibilità date dal drone sono innumerevoli. Avevamo mosso il nostro pilota anche quando pareva che un ragazzo si fosse buttato nel Sile in città. I nostri mini-velivoli sono dotati di sensori termici in grado di segnalare i picchi di temperatura e avrebbero potuto aiutare a individuare un corpo in acqua. Un altro utilizzo è quello anti-furti: anche in questo caso la visuale dall'alto, supportato dal sensore termico, aiuta. Infine c'è anche la collaborazione con gli altri uffici comunali, come accaduto nell'ispezione fatta per valutare le condizioni dell'ex caserma Salsa. E nel 2021 contiamo di incrementare tutte queste attività».

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Il Gazzettino