Decollano i droni per salvare le cinquecentesche mura veneziane

Decollano i droni per salvare le cinquecentesche mura veneziane
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TREVISO - A Ca' Sugana l'idea del drone piace e quindi, dopo quelli che arriveranno in dotazione alla Polizia Locale, dopo quelli che potrebbero essere utilizzati per annusare i fumi dei camini degli impianti di riscaldamento, arrivano i droni addetti alla pulizia delle mura. A differenza degli altri due però, questo progetto è già in una fase avanzata. Alcune ditte specializzate hanno presentato delle proposte che l'assessore Alessandro Manera reputa interessanti. Il drone, in questo caso, sarebbe il mezzo ritenuto più interessante per debellare le piante infestanti, uno dei problemi cronici per la cinta muraria trevigiana. I rampicanti, attualmente, ricoprono intere porzioni dei bastioni. Le piante, con le loro radici, si insinuano tra un mattone e l'altro, corrodono e si mangiano la malta ormai essiccata, creano crepe e minano la solidità delle pareti.


 
In poche parole: sono dannose e vanno tenute costantemente sotto controllo.
POSSIBILITÀ
Il drone consentirebbe per prima cosa una mappatura digitale di tutta la superficie muraria e poi andrebbe spruzzare disinfestanti coprendo aree anche molto vaste in pochi minuti. Il tutto senza dover calare tecnici legati a paranchi e carrucole, senza dove creare improvvisati ponti sospesi da una sponda all'altra dei canali per trasferire materiali da un punto all'altro e, soprattutto, senza dover per forze intaccare gli storici mattoni con chiodi o quant'altro serva per far operare in sicurezza i tecnici.
L'OBIETTIVO
Manera spinge molto su questo progetto, lo ritiene valido sia dal punto di vista economico che da quello operativo: «Stiamo pensando di utilizzare i droni per pulire le pareti delle mura dalle piante infestanti - conferma - questo ci consentirebbe di utilizzare prodotti disinfestanti molto più blandi e potrebbe anche permetterci di ripetere questi trattamenti più volte l'anno». La questione non è secondaria. Pulire le mura utilizzando i metodi classici, oltre a essere particolarmente impegnativo, in genere porta le amministrazioni a utilizzare prodotti in grado di risolvere il problema per un periodo molto lungo. Si tratta quindi di disinfestanti molto potenti. Il drone invece, che secondo i tecnici comunali può essere utilizzato con più frequenza e a costi molto contenuti, andrebbe a irrorare le pareti con prodotti molto meno impattanti. Manera, insomma, punta al triplo obiettivo: mura pulite, a costi contenuti e con metodi più ecologici. Una scommessa su più livelli.
SICUREZZA

Altro aspetto che gioca a favore del drone è quello della sicurezza. «Potremo garantire più sicurezza per i lavoratori - assicura Manera - perché non saremo più costretti a calare personale specializzato lungo le pareti utilizzando paranchi o fa passare cesti con il materiale da una sponda all'altra dei canali. Inoltre non sarà più necessario intaccare le mure per agganciare i dispositivi di sicurezza. E tutto questo ci consentirebbe di mantenere le mure belle come sono anche nei prossimi anni». Infine i costi: «I droni andrebbero a mappare quella che è la superficie delle mura calcolando esattamente il quantitativo di disinfestante da utilizzare. E, alzandosi in volo seguiti a distanza da un pilota con brevetto, spruzzerebbero queste sostanze nebulizzandole sulle pareti. Come questo sistema, torno a sottolineare, l'impatto ambientale sarebbe molto inferiore rispetto al passato proprio per l'utilizzo di prodotti altrettanto efficaci, ma più blandi. Potendo ripetere più volte il trattamento, non sarà infatti più necessario utilizzare sostanze ad alto impatto».
Paolo Calia Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino