In manette per spaccio a minori. Recidivo nonostante le condanne

Le dosi pronte allo spaccio agli studenti
CHIES D'ALPAGO - Recidivo ha continuato a spacciare a Belluno, da dove era stata cacciato, subito dopo essere stato condannato a 22 mesi sempre per spaccio di droga. Angelo...

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CHIES D'ALPAGO - Recidivo ha continuato a spacciare a Belluno, da dove era stata cacciato, subito dopo essere stato condannato a 22 mesi sempre per spaccio di droga. Angelo Roni, operaio 34enne di Chies, sembra proprio non cambiare mai. Tra l’estate 2017 e quella del 2018 avrebbe spacciato a minorenni numerosissime dosi di marijuana, almeno 60, ma i carabinieri ritengono molte di più. Nei giorni scorsi il 34enne è stato arrestato nuovamente per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. I carabinieri del Nucleo Investigativo, sotto il comando del maggiore Marco Stabile, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip Elisabetta Scolozzi. Si fermerà? Non è certo, visto che nella primavera del 2017 Roni evase dai domiciliari per spacciare.

 

L’INCHIESTA
Le indagini iniziano con la segnalazione dell’azienda sanitaria. «Lo spunto investigativo - confermano con una nota dal comando provinciale dei carabinieri - nasce dalla proficua collaborazione, già attiva da tempo, con il personale dell’Usl 1 Dolomiti che segnalava una situazione di disagio di alcuni minori, dovuta all’uso di sostanza stupefacente, sempre ceduta dallo stesso soggetto». L’uomo vendeva la droga principalmente in stazione a Belluno. Peccato che, dopo i fatti del 2017, era scattato nei suoi confronti il foglio di via dalla città. Un divieto di ritorno che avrebbe disatteso più volte, secondo quanto ricostruito dai militari. Nel corso delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Sartorello, i carabinieri hanno accertato che Roni avrebbe ceduto «tra l’estate del 2017 e quella del 2018 numerosissime dosi di marijuana a minori bellunesi facendosi consegnare mediamente la somma di 8-10 euro per ogni dose». IL BLITZ

Quando i militari sono andati a casa di Roni, per eseguire l’ordinanza hanno trovato altra marijuana: diverse dosi già pronte per lo spaccio. D’altronde era ormai quello il lavoro dell’ormai ex operaio. E faceva consegne in tutti i modi. A metà aprile 2017 venne fermato a Ponte nelle Alpi. Roni stava rientrando dal Trevigiano in treno, ma non sarebbe potuto uscire di casa visto che era stato arrestato qualche giorno prima. Invece era a spasso e in possesso di 30 grammi di marijuana. Qualche giorno prima Federico Roni era stato “incastrato” da un poliziotto in borghese, mentre gettava la droga, sempre sostanza leggera, direttamente dal bus a un ragazzo minorenne, che lo aveva già pagato in precedenza. Anche in quel caso finì ai domiciliari.
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Il Gazzettino