Droga in caserma, ex alpino arrestato: il tenente colonnello ordinava nel dark web

SI faceva arrivare la droga in caserma: ex alpino arrestato
BELLUNO - La droga gli veniva recapitata in caserma dove lavorava fino a un anno e mezzo fa prima di essere congedato. L’inchiesta sulla droga dello stupro della procura di...

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BELLUNO - La droga gli veniva recapitata in caserma dove lavorava fino a un anno e mezzo fa prima di essere congedato. L’inchiesta sulla droga dello stupro della procura di Roma è arrivata fino in Veneto, toccando la provincia di Venezia, arrivando fino alla caserma Salsa di Belluno. Lì fino a prima della pandemia era in servizio il tenente colonnello Franco Visentin, veneziano originario di Cavarzere e residente a San Stino di Livenza e lì, secondo le accuse, si sarebbe fatto recapitare alcuni dei pacchi con la sostanza stupefacente, ovviamente all’insaputa di colleghi e superiori. Anche perché, come ricostruito nelle indagini, la droga viaggiava in pacchi insospettabili, acquistata con criptovalute che non lasciavano tracce. Visentin è agli arresti domiciliari perché, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe anche rivenduto farmaci e droghe. Durante la perquisizione in casa sua i Nas di Treviso hanno trovato alcune sostanze dopanti.



LE DROGHE
L’ex ufficiale del 7º Reggimento alpini, il reparto dell’Esercito Italiano con sede a Belluno che dipende dalla Brigata alpina “Julia”, è uno degli indagati della maxi-inchiesta romana che ha travolto personaggi noti come la sorella di Ornella Muti, Claudia Rivelli. Secondo le accuse queste persone importavano dall’estero droghe fino ad ora sconosciute in Italia o note come il Gbl, conosciuta come droga dello stupro, quella finita alle cronache per il caso Genovese. Gli acquisti avvenivano sul dark web, ovvero la rete oscura di Internet accessibile solo con determinati codici. Veniva comprata da fornitori all’estero, con pagamenti in bitcoin. Gli indagati usavano poi linguaggi in codice. 

L’INCHIESTA
Sono trentanove le misure cautelari (11 per il carcere e 28 per gli arresti domiciliari) disposte nell’ambito della maxi operazione dei carabinieri del Nas per vari reati: autoriciclaggio, importazione e traffico aggravati di fentanyl, catinoni sintetici e altri principi farmacologici acquistati sul deep e sul darkweb. I carabinieri hanno individuato a Roma il laboratorio più importante: qui venivano portati litri di Gbl da tutta Europa, Canada e Stati Uniti. Le ordinanze con varie misure cautelari hanno raggiunto anche l’ex alpino, oltre a dentista, un avvocato, un funzionario pubblico locale, un architetto e un insegnante di scuola media che faceva arrivare le sostanze proprio nell’istituto dove lavorava. Insospettabili, insomma. L’inchiesta ha individuato in totale 290 spedizioni per un valore di mercato di quasi 5 milioni di euro.

L’ECO IN CASERMA

Già nella giornata di mercoledì la notizia si è diffusa a Belluno, tra gli alpini della Salsa e in chat tra i militari sono iniziate a rimbalzare le notizie che erano state diffuse dai telegiornali. Il tenente colonnello Visentin era da tutti conosciuto come un militare, professionalmente impeccabile e nessuno mai avrebbe pensato a un retroscena simile nella sua vita. L’uomo aveva la passione per il body building e per il lavoro in caserma. Anni fa venne demansionato, per questioni interne alla caserma e, alla fine, due anni e mezzo fa venne congedato dall’esercito italiano.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino