Borgomagno, maxi rissa tra spacciatori a colpi di machete e coltello. Era un regolamento di conti tra bande

Borgomagno, maxi rissa tra spacciatori a colpi di machete e coltello. Era un regolamento di conti tra bande
PADOVA -  Si sono affrontati a colpi di coltello e di machete. Un vero e proprio regolamento di conti per il controllo delle zone di spaccio quello avvenuto nella notte tra...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA -  Si sono affrontati a colpi di coltello e di machete. Un vero e proprio regolamento di conti per il controllo delle zone di spaccio quello avvenuto nella notte tra l’8 ed il 9 luglio scorsi, nei pressi del cavalcavia Borgomagno. Vi avrebbero preso parte a più riprese una decina di spacciatori tunisini, tutti pregiudicati con precedenti specifici. Il bilancio della rissa, non trasformatasi in tragedia per pura fatalità, era stato di almeno due feriti. Due dei protagonisti del sanguinoso regolamento di conti erano stati infatti costretti a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’azienda ospedaliera cittadina. Ai due erano state riscontrate ferite da arma da taglio, rispettivamente all’addome e ad un fianco. I sanitari li avevano giudicati guaribili in una ventina di giorni.


GLI ACCERTAMENTI
Sul luogo dell’aggressione, consumatasi tra mezzanotte e le due del mattino, erano intervenuti gli agenti delle volanti della questura che avevano cercato di ricostruire l’accaduto. I colleghi della Squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Sergio Dini, avevano poi avviato gli accertamenti per dare un nome ed un cognome ai responsabili della rissa. Sei di loro, tra cui i due feriti, sono stati infine identificati. Si tratta di cinque maggiorenni, di età compresa tra i 18 e i 21 anni, e di un minore.
Sono tutte vecchie conoscenze delle forze dell’ordine. Compaiono più volte nei rapporti investigativi. Gestiscono una redditizia attività di spaccio nelle zone calde della città. Si occupano dei rifornimenti di grossi quantitativi di stupefacente e delegano ai giovanissimi “galoppini”, rigorosamente minorenni, lo spaccio al dettaglio. Hanno tutti accumulato condanne, con sentenze già definitive, per detenzione e traffico di eroina, cocaina e hashish, e porto illegale di armi da taglio. Risultano attualmente sotto inchiesta per altri episodi dello stesso tenore. Anche gli altri quattro partecipanti alla rissa sarebbero stati individuati ma si stanno cercando ulteriori riscontri per poterli iscrivere sul registro degli indagati.


Stando a quanto emerso il regolamento di conti sarebbe scattato per il mancato rispetto di una regola non scritta ma assolutamente ferrea nel mondo dello spaccio. Ovvero il mancato rispetto delle zone di competenza per i traffici illeciti. Evidentemente qualcuno dei pusher avrebbe “sconfinato” andando a spacciare in una zona assegnata alla banda rivale. Un’onta che abitualmente deve essere lavata nel sangue. Un fenomeno allarmante in un quartiere della città come l’Arcella tra i più esposti ai traffici di stupefacenti. La Procura si appresta nel frattempo a concludere l’inchiesta, al momento a carico dei sei pusher tunisini, cui il pm Dini contesterà la rissa pluriaggravata dalle lesioni personali e dai motivi abbietti, cioè il regolamento dei conti per il controllo delle zone di spaccio in città.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino