Viavai nella pizzerie a tutte le ore: spaccio di “coca” mentre si mangiava

la conferenza stampa sull'indagine che ha portato all'arresto del pusher che riforniva le pizzerie dello spaccio
ROVIGO - «Sullo spacciatore citato nell’esposto anonimo ricevuto nel novembre 2021 pendeva un decreto di espulsione all’Italia. Per mesi, è stato come...

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ROVIGO - «Sullo spacciatore citato nell’esposto anonimo ricevuto nel novembre 2021 pendeva un decreto di espulsione all’Italia. Per mesi, è stato come cercare un fantasma». Descrive con queste parole, Andrea Ambrosino, il commissario capo della Squadra Mobile della Questura di Rovigo, mesi di difficili e approfondite indagini che hanno portato a due nuovi arresti e al sequestro di 70 grammi di hashish, circa 25 grammi di eroina e quasi 2 chili di cocaina nell’ambito delle ulteriori indagini sul giro di “pizza e coca”, venuto alla luce dopo una segnalazione del novembre 2021 e che fra marzo e maggio 2022 aveva già portato all’arresto dei titolari di tre locali a Rovigo (pizzeria La Rotonda), Adria (osteria La Vidara) e Polesella (Porticciolo 7 Moli) e alla chiusura temporanea degli esercizi in questione.



L’OPERAZIONE
Il blitz, che ha visto impegnati, nella fase esecutiva, oltre 40 poliziotti, tra cui cinofili delle Questure di Bologna e Firenze e il Reparto Prevenzione Crimine di Padova, è scattato lo scorso 9 settembre, quando la polizia ha dato esecuzione a sei misure cautelari e nove perquisizioni disposte dalla Procura di Rovigo sulla base degli esiti dell’articolata attività di indagine della Squadra mobile rodigina. È finito in carcere l’albanese Sokol Hoxha, 50 anni, mentre per le altre figure coinvolte le misure sono più lievi. Disposti i domiciliari per Francesco Piserà, 55 anni, il cuoco del ristorante adriese; poi c’è Florjan Jesku, albanese di 38 anni residente a Villadose con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Samir Gomes Da Silva, 34 anni brasiliano residente ad Adria indicato come “intermediario” e Doriano Degrandis, 70enne del Basso Polesine che secondo gli inquirenti era un “trasportatore” sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Domiciliari anche per Erlind Veliu, 35 anni, albanese di Villa Bartolomea (Verona).
ESPOSTO ANONIMO
A dare il via alle indagini, un esposto anonimo arrivato a novembre 2021. Da allora, la polizia ha organizzato appostamenti e osservazioni per risalire al canale di distribuzione: «Abbiamo subito capito che si trattava di soggetti specializzati poiché non vi era quasi contatto nelle consegne e i passaggi erano brevissimi e concentrati nei 3-4 giorni del fine settimana. Inoltre tra i tre ristoranti non vi erano legami o rapporti – ha spiegato Ambrosino – e in alcune occasioni il “fornitore” andava semplicemente a consumare i pasti. Con il tempo, utilizzando l’attività tecnica di supporto, abbiamo riconosciuto delle ciclicità, notando piccoli dettagli come degli ingressi all’interno dei locali di clienti al di fuori dagli orari normali di consumazione dei pasti, come per esempio alle quattro del pomeriggio».

Il “fornitore”, aveva a disposizione un vero e proprio supermercato di tutti i tipi di stupefacente e l’organizzazione riforniva di circa un etto per volta vari gestori di esercizi commerciali e locali pubblici, oltre ad alcuni connazionali a loro volta impegnati nello spaccio al dettaglio. Durante le perquisizioni sono stati trovati i due chili di cocaina e gli altri stupefacenti, per un valore complessivo stimato fra i 60 e i 200mila euro considerato il prezzo di vendita di 100 euro al grammo per la cocaina.

 

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Il Gazzettino