Operai-pusher: la droga era nascosta negli astucci degli occhiali

Droga sequestrata dalla polizia (archivio)
Non si sono presentati al lavoro in Luxottica: erano finiti in carcere con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di droga. Le due persone arrestate, sabato mattina, sono...

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Non si sono presentati al lavoro in Luxottica: erano finiti in carcere con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di droga. Le due persone arrestate, sabato mattina, sono due insospettabili operai Luxottica, che avevano nascosto la droga in diversi astucci per occhiali. Lui, 50enne di Rivamonte, Claudio Zasso, noto tatuatore che ha operato anche a Ponte nelle Alpi, chiamato da tutti “Claude”. Lei, L.D.G., 30enne di Agordo incensurata. Dopo 4 notti in cella mercoledì sera, al termine dell’udienza di convalida, sono stati rilasciati, ma il gip del Tribunale di Belluno ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari: lui nella sua casa di Rivamonte, lei ad Agordo. 

L’ARRESTO
I due operai stavano rientrando dalla spedizione a Padova, dove avevano acquistato la sostanza stupefacente, quando sono stati fermati dalla polizia sul Peron, a Sedico. Un normale controllo stradale in cui è spuntata la droga appena acquistata: 150 grammi di eroina. Non era nascosta: era tenuta nella giacca di uno dei due. Ma la perquisizione estesa alle due abitazioni ha riservato alla polizia ulteriori sorprese. Oltre a 150 grammi di eroina appena acquistata i poliziotti hanno trovato tutto il necessario per il confezionamento e alcuni grammi di cocaina e altri di droghe leggere. Sostanze stupefacenti, che secondo l’accusa, servivano per rifornire i vari clienti agordini. L.D.G. teneva anche una sorta di “libro mastro” con nomi dei clienti. Tutto è stato posto sotto sequestro e è a disposizione dell’autorità giudiziaria e delle indagini. Il denaro invece, 20mila euro, era custodito nel conto corrente: ma non c’entrerebbe nulla con l’inchiesta.
LA DIFESA

Claudio Zasso si è affidato all’avvocato di fiducia Massimiliano Xaiz, la 30enne invece è difesa d’ufficio dall’avvocato Francesco De Bona. Entrambi gli indagati hanno risposto alle domande del giudice, nell’udienza che si è tenuta mercoledì a Baldenich, dove era detenuto l’uomo (lei è stata portata al carcere femminile a La Giudecca di Venezia). Hanno spiegato che quella droga era per uso personale: era il rifornimento per la stagione invernale e che di certo non era per lo spaccio. Il pm Roberta Gallego aveva chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere. Il gip alla fine ha convalidato gli arresti e ha disposto i domiciliari. C’è da attendersi ora il ricorso al Tribunale del Riesame da parte dei difensori per una misura meno afflittiva.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino