Corso del Popolo, la droga nascosta anche nelle fioriere. Allarme dei residenti

MESTRE - Correva l'anno 2006 quando il consorzio di corso del Popolo sollecitava la posa delle fioriere con la disponibilità dei cittadini a prendersene cura per...

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MESTRE - Correva l'anno 2006 quando il consorzio di corso del Popolo sollecitava la posa delle fioriere con la disponibilità dei cittadini a prendersene cura per migliorare il decoro della via. Sembra una vita fa, a giudicare da questa foto. Da tempo fioriere e aiuole ai lati di quella che rimane la principale via d'accesso al centro sono ridotte a un immondezzaio: rifiuti di ogni tipo - lattine, mozziconi di sigaretta, addirittura assorbenti - abbandonati da chi vi staziona quando cala il buio, e corso del Popolo diventa una terra di nessuno.



IL FENOMENO
Lo segnalano i residenti che, assieme ad altri gruppi cittadini, stanno raccogliendo firme a corredo di una petizione che segnala i problemi di sicurezza della zona, con l'invito al Comune e alle forze dell'ordine di intervenire con urgenza. Qui, come segnalato più volte, si sono trasferiti molti spacciatori dopo il blitz nella zona della stazione del luglio 2018. Prima cioè che la zona compresa fra la stazione e via Cappuccina tornasse a essere una piazza diffusa di spaccio, con le propaggini che ormai sono arrivate a interessare il corso, Altobello a piazza Barche, come testimoniano i più recenti fatti di violenza riportati dalle cronache.
Così aiuole e fioriere sono diventati un immondezzaio a cielo aperto, ma anche un luogo prezioso dove nascondere la droga in caso di controlli, o in attesa dell'arrivo dei clienti, che si ritrovano qui, protetti dai sempreverdi che formano una barriera naturale a tutela della privacy di clienti e pusher.

«Aver messo delle aiuole o e piantato alberelli ha avuto un effetto boomerang», segnalava qualche tempo fa un lettore con alcune foto esemplificative allegate. Ora il problema si ripropone con l'emergenza che non è più legata al decoro ma riguarda la sicurezza di chi in corso del Popolo vive e ci lavora.
 

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Il Gazzettino