CHIOGGIA - Quasi dieci ore di requisitoria per arrivare, con il sole che tramontava sull'aula bunker di Mestre, alle richieste di condanna. Che il pubblico ministero antimafia...
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I PRINCIPALI IMPUTATI
Le pene più pesanti il pm D'Alessandro le ha chieste per i «capi e promotori dell'organizzazione», Lorenzo Dei Meneghetti, difeso dall'avvocato Mauro Serpico, e Armando Boscolo Meneguolo, un tempo legato alla mala del Brenta di Felice Maniero, assistito dal legale Massimo Bissi. Nei loro confronti la procura ha chiesto 30 anni di reclusione a testa. Tre anni e mezzo invece la proposta di condanna per l'avvocato di Chioggia, Giacomo Gamba (difeso dal penalista Marino De Franceschi), al quale vengono contestati i reati di favoreggiamento, subornazione di testimone e induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, in relazione ad alcune attività da lui svolte a favore di un cliente.
LE ALTRE RICHIESTE
Mano pesante anche per gli altri imputati con richieste di pene che vanno dai 6 fino ai 12 anni. Per cinque di loro, però, il pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione. Ora dalla prossima udienza ci sarà spazio per le difese che cercheranno di smontare l'intero impianto accusatorio disegnato ieri dalla procura che nella requisitoria ha ricostruito e descritto nei minimi particolari ogni dettaglio degli episodi di traffico e di spaccio smantellati dalla guardia di finanza di Venezia e Trieste.
FIUMI DI STUPEFACENTE
Tutto inizia con un arresto per droga a Pordenone: è la mossa che dà il via all'indagine con cui a maggio 2016 vengono sequestrati un centinaio di chili di droga tra marijuana, hashish e cocaina. Sulla base di quanto ricostruito dalle Fiamme gialle, anche grazie alla collaborazione di un arrestato, si parla addirittura di una partita di mille chili di marijuana operata nel gennaio del 2013 da Armando Boscolo Meneguolo e dai chi aveva deciso di mettersi in affari con lui.
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Il Gazzettino