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ROVIGO - «La salute umana non è barattabile con l'acqua calda». Il Comitato di Borsea non ha dubbi, non basta l'escamotage del teleriscaldamento ipotizzato dal sindaco Edoardo Gaffeo per trovare un punto di incontro tra la proprietà della Draxton, ex Infun For di viale delle Industrie e i cittadini di Borsea, stanchi di respirare i fumi della fonderia.
È Luigi Zanforlin, portavoce del Comitato dei residenti, a spiegare quanto accaduto. «Il ricorso al Tar dell'azienda è stato presentato a seguito di una richiesta di ampliamento, negato dagli uffici dell'Urbanistica in quanto non congruo con quanto stabilito dal Pat, il Piano di Assetto Territoriale. Ora la sentenza che ha dato ragione al Comune non può essere messa in discussione». Zanforlin sostiene anche che la multinazionale messicana non ha mai espresso la volontà di andarsene da Rovigo, ritenuto sito strategico, anzi, voleva piuttosto investire ulteriormente. Ma dietro quei camini, a Borsea, ora nascerà una nuova zona residenziale, dove si stanno costruendo delle villette a schiera.
LA PROPOSTA
«Noi ricordiamo al sindaco che è il primo responsabile della salute dei cittadini, che viene prima di tutto il resto. Il teleriscaldamento non incide sull'inquinamento afferma Zanforlin -, quindi proponiamo di fare un referendum tra i residenti di Borsea per chiedere se vogliono l'ampliamento».
INQUINAMENTO
Il Comitato poi fa notare che a distanza di pochi chilometri ci sono altre aziende inquinanti, la zona è satura. Il Comune aveva chiesto alla Draxton un piano ambientale prima di concedere l'ampliamento e di tutta risposta hanno fatto ricorso. Non è possibile chiude Zanforlin che Rovigo sia una delle città più inquinate d'Italia. Non so quanti ricorsi abbiamo fatto, per fortuna vinti, per aziende insalubri di prima categoria che volevano insediarsi all'interporto, tipo il cementificio, la centrale a colza, il depuratore dei fanghi tossici di Marghera, è ora di finirla». Il Comitato si appella al principio, decretato a livello europeo di precauzione, sulla base del quale si ha la potestà di rifiutare insediamenti pericolosi per la salute. Su questo è deciso a battersi sempre.
I SINDACATI
«A seguito della situazione venutasi a creare in Draxton - scrivono le Fim, Fiom, Uilm - ci siamo attivati tempestivamente per avere maggiori e più dettagliate informazioni in merito alla sentenza del Tar di Venezia. Trovata la disponibilità da parte di Unindustria Venezia-Rovigo e quella del Sindaco, ci siamo incontrati nella mattina di mercoledì presenti anche gli assessori comunali competenti e le strutture confederali di Cisl,Cgil e Uil. Si è aperta una franca discussione tra le parti il cui esito ha dato seguito all'impegno da parte di tutti alla apertura di un tavolo di interlocuzione ove si possano trovare atte soluzioni che ponendo come essenziali la tutela della salute dei cittadini, la tutela dei posti di lavoro e il mantenimento del tessuto produttivo e imprenditoriale, possa arrivare ad una soluzione del problema in discussione. Fim, Fiom, Uilm date queste condizioni, viste le volontà manifestate da tutti i presenti, sicuri dei tempi celeri prospettati, valutano positivamente l'incontro. Fiduciosi che le volontà espresse portino ad una concreta soluzione, rimaniamo in attesa del futuro incontro».
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