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MASERÁ (PADOVA) - «Continuo ad avere bisogno di essere parte attiva in situazioni che non hanno incontrato il benessere e in cui è doveroso portare umanità». Se per Francesca Mungo il Capodanno è coinciso con il primo giorno di pensione, di certo non sancirà il termine della lunga carriera della dottoressa di medicina generale a Maserà. Nata a Crotone nel 1955, si è trasferita a Padova nel 1977 per continuare gli studi di Medicina e Chirurgia nell'università patavina, dove si è poi specializzata in Malattie dell'Apparato Respiratorio, iniziando ad esercitare anche in regime di libera professione. «Volevo portare il mio contributo positivo in una regione che mi avrebbe consentito di esprimermi in maniera concreta - ammette sorridendo la dottoressa Mungo - come sognavo quando a due anni ho annunciato ai miei genitori che sarei diventata un medico ed avrei aperto più ospedali nel mondo. Da quel momento ne ho fatta di strada e di gavetta, ma posso dire di avere realizzato il mio sogno».
LE TAPPE
Agli inizi le esperienze nella medicina del lavoro in Data Medica, poi l'impegno nella medicina di servizi in via Scrovegni per 10 anni con contratti a termine di 6 mesi, ma anche la medicina cimiteriale nell'Alta padovana, il lavoro come medico fiscale di controllo e come guardia medica, nonché i 4 anni di professione al carcere Due Palazzi, a prendersi cura dei detenuti. «Non mi sono risparmiata. E non avrei potuto fare diversamente, come mi ha insegnato il professor Naccarato, che ho avuto il privilegio di avere come maestro.
I PROGETTI
Un'esperienza, quella di Maserà nella quale i ricordi più forti sono quelli della primavera 2020. «Dopo il primo mese di lockdown, avevo bisogno di ritrovare i miei pazienti più anziani - ricorda la dottoressa Mungo, - così mi sono organizzata e bardata per andarli a vedere fuori dalle finestre, dai loro giardini. Ci commuovevamo e mi ringraziavano per questo regalo di Pasqua che in realtà arricchiva soprattutto me». Per la pensione non immagina il divano, ma il Togo: «Collaboro da 21 anni con Africachiama Onlus con cui abbiamo costruito ospedali, ambulatori e villaggi bonificati: opere appannaggio degli autoctoni africani guidati da padre Jean Edou, nostro referente. Tanti amici e pazienti, anche di Maserà, ci stanno supportando in queste iniziative di formazione, costruendo scuole e pozzi d'acqua». All'associazione no profit fondata da Dionisio Bellon andranno anche le donazioni omaggio al pensionamento dalle dottoressa Mungo. Non servono regali a lei che in Togo immagina il suo futuro, dove sull'ospedale realizzato vicino alla capitale campeggia il verso di una sua poesia: "Tante scintille possono accendere il mondo".
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