CASIER - Un milione e mezzo di euro, circa tre anni di lavoro e un progetto firmato dal noto architetto paesaggista João Ferreira Nunes per dare nuova vita a quel parco...
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OTTO ETTARIOtto ettari di natura, macchiati forse solo dal tanto criticato depuratore (e dalla microcriminalità che, a detta dei presenti, gravita intorno alla struttura).
Miriam Poloni, assessore ai lavori pubblici di Casier, ha detto: «Un'amministrazione un po' visionaria, che ha voluto mettere al centro i cittadini, i quali sono sia protagonisti in fase progettuale, grazie ai numerosi sondaggi ed eventi per raccogliere opinioni, sia principali beneficiari di un parco che valorizzerà col tempo il centro di Dosson e le zone limitrofe».
La serata ha visto gli interventi di tecnici del settore, come Marco Pagani, presidente dell'Ordine degli architetti di Treviso, Federico Giuliani, agronomo forestale, e Paolo Giordano, architetto che ha curato l'interazione d'opinione con i cittadini. Per Pagani il Bosco del Dosson sarà un progetto pilota: «Tutti dicono che siamo circondati dal verde e che non servono altri parchi, ma campi e vigneti sono un verde inaccessibile. Servono parchi urbani per socializzare, giocare e vivere la natura in città».
IL GRANDE PROGETTOIl paesaggista portoghese Nunes ha poi esposto il grande progetto che promette di rivoluzionare Dosson. Il tutto è stato pensato seguendo il criterio di reversibilità, perché un giorno si possa migliorare con altri progetti, nel rispetto della preesistenza territoriale e con l'obiettivo di bassi costi di manutenzione. La zona centrale del bosco celebrerà la presenza dell'acqua, con una zona umida a fare da raccordo con tutti i punti cardinali verso i quali si snoda il parco. Oltre ai numerosi camminamenti e ingressi abbracciati da una cintura alberata, l'area verde sarà composta da grandi radure accessibili a tutti. In particolare nella radura sud, lontana dalle case, il depuratore sarà trasformato in un simil palco-gazebo in grado di ospitare concerti e serate artistiche. L'area bambini, a nord, avrà un approccio più educativo: niente giostrine classiche, ma collinette, elementi naturali e un terreno morbido per attutire le cadute dei più vivaci. E i proprietari dei cani? A est, in una zona boschiva immersa nella natura, sorgerà la zona cani, recintata e che, grazie all'aiuto della vegetazione circostante, non soffrirà la desertificazione del suolo provocata dall'attività degli animali, rimanendo così sempre verde e curata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino