Spinea. Scandalo dossieraggi, Brugnaro rilancia: «Questi sono i nuovi servizi segreti deviati»

SPINEA (VENEZIA) - Il sindaco di Venezia torna all’attacco del quotidiano Domani, che già ieri su queste pagine, aveva accusato di “cecchinaggio” e...

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SPINEA (VENEZIA) - Il sindaco di Venezia torna all’attacco del quotidiano Domani, che già ieri su queste pagine, aveva accusato di “cecchinaggio” e di aver commissionato le ricerche nei suoi confronti nelle banche dati in uso alla Direzione nazionale antimafia. Accessi abusivi nei confronti di centinaia tra Vip e politici italiani per i quali la Procura di Perugia sta indagando una quindicina di persone, tra cui un sostituto procuratore, un ufficiale delle Fiamme Gialle e otto giornalisti, tra cui tre del quotidiano edito da una società che fa capo a Carlo De Benedetti.


Brugnaro ha parlato di “servizi deviati”, paragonato l’accaduto anche alla scoperta dell’esistenza dell’organizzazione Gladio, per la raccolta di informazioni ai fini di creare veri e propri dossier sul cui fine è lecito interrogarsi.

LA TELEFONATA

Ieri, mentre interveniva come presidente di Coraggio Italia ad un dibattito politico in vista delle prossime elezioni amministrative del Comune di Spinea in cui annunciava il suo candidato, Brugnaro ha ricevuto una telefonata e, con sorpresa di tutti i presenti, si è lasciato andare in diretta, in presenza di molti giornalisti.
«Questa è una cosa voluta - ha detto, riferendosi alle inchieste nei suoi confronti pubblicate da Domani - non è vero che si tratta di giornalisti che danno informazioni. Questi le informazioni le costruiscono. Come diceva Daniele Capezzone, qui c’è un piano gravissimo per delegittimare le persone. Nel mio caso, chi ha scritto le cose su di me ha costruito la notizia. Mi hanno attaccato, fatalità, dopo che ho fatto il partito Coraggio Italia. L’ho fatto in primavera (del 2021, ndr), ero arrivato ad avere 32 tra senatori e deputati e a dicembre si votava per il Presidente della Repubblica».
Nel corso del 2022 il gruppo cominciò a sfaldarsi fino ad arrivare alla rottura con Giovanni Toti. Alle Politiche, con la coalizione Noi moderati il partito aveva eletto due parlamentari.
Alla Procura di Perugia, che conduce l’inchiesta, risultano almeno 800 interrogazioni alle banche dati in uso alla Dna senza alcun input investigativo. Accessi che poi - secondo gli investigatori - venivano seguiti a ruota dalla pubblicazione di notizie scottanti o clamorose.

DELEGITTIMAZIONE

«La stessa delegittimazione - ha continuato Brugnaro, che al telefono era un fiume in piena - è stata fatta anche ai danni della Casellati e di altri ministri. Per cui, questo è un piano preordinato. Non è l’informazione che arriva e giustamente il giornalista la pubblica. Qui si sono costruite le storie. Certi giornali non li legge nessuno, ma finiscono in tutte le rassegne stampa, e chiaramente questo condiziona la vita parlamentare. I miei parlamentari hanno visto 14 pagine su di me, fatte per colpirmi sperando che qualcuno aprisse un’inchiesta. I finanziamenti della campagna elettorale mia - ha assicurato - sono stati rendicontati certificati come sani e tranquilli. Uno dei denunciati di questa inchiesta è comunque riuscito a fare un articolo su di me».
Infine, l’amarezza e la rabbia per l’aver saputo di essere stato una delle vittime del dossieraggio.


«Aspetto la magistratura. Sono fiducioso e ringrazio il ministro Crosetto che, se non fosse stato per lui e per il suo ruolo, questa roba non sarebbe saltata fuori. Questi - ha concluso - sono servizi deviati dello Stato utilizzati da giornalisti compiacenti. Ed è inutile che qualcuno li difenda. Mi devono spiegare perché mi hanno attaccato: quando avrò finito di fare il sindaco - ha promesso - tra un anno e mezzo ci sarà una causa civile per danni, perché i danni li hanno causati davvero». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino