Dormitorio abusivo nel laboratorio tessile cinese: tra fabbrichetta e alloggio ricavati venti posti letto

Agenti della polizia locale nel laboratorio poi multato
SANTA GIUSTINA IN COLLE - Blitz degli agenti della polizia locale della Federazione del Camposampierese nella zona industriale di Santa Giustina in Colle. I poliziotti...

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SANTA GIUSTINA IN COLLE - Blitz degli agenti della polizia locale della Federazione del Camposampierese nella zona industriale di Santa Giustina in Colle. I poliziotti dell'unità operativa Sicurezza urbana, a seguito di indagine, dopo aver raccolto informazioni sul territorio su strani movimenti in una fabbrica, hanno effettuato un sopralluogo in una ditta cinese del settore tessile e alla vicina abitazione, che un tempo era l'alloggio del custode. Si è scoperto che l'abitazione era stata collegata al laboratorio tessile e trasformata abusivamente in un dormitorio per i dipendenti. Dagli accertamenti sono state scoperte dieci camere, metà delle quali ricavate con pareti di cartongesso, utilizzando impropriamente la soffitta che è risultata sottodimensionata e priva di aria e luce adeguate.

LE CAMERATE
Gli agenti del comandante Antonio Paolocci e del suo vice Filippo Colombara hanno accertato che anche gli uffici della ditta erano stati trasformati in camerate. In totale sono stati accertati oltre una ventina di posti letto. Molte delle stanze sono risultate chiuse a chiave e gli agenti non hanno potuto verificarne l'interno. Un locale magazzino del fabbricato artigianale è risultato essere utilizzato come mensa e refettorio per i lavoratori, in condizioni di igiene e salubrità non idonee. Pessime le condizioni generali dell'immobile, in cui sono risultate visibili infiltrazioni di umidità e la cui impiantistica elettrica è risultata manomessa con cavi volanti e dispositivi a rischio di contatto diretto. Tutte le finestre del laboratorio sono state tamponate per non permettere la vista dall'esterno.

CINQUE SCOPERTI


Perfino i bagni e gli spogliatoi dello stabile sono stati abusivamente trasformati, diventando la dispensa della cucina. Dalle verifiche effettuate, è emerso che delle cinque persone sorprese ad alloggiare nell'abitazione e nel laboratorio, tutte di nazionalità cinese, non era stata fatta alcuna comunicazione di ospitalità che è obbligatoria per i cittadini stranieri. La titolare della ditta, anch'essa cinese, non risulta tra i residenti della fabbrica, ma è domiciliata a Padova. Terminati gli accertamenti del caso sono state elevate sanzioni per diverse migliaia di euro per avere destinato ad alloggi abitativi locali con altra destinazione e non idonei a tale scopo, sia per non avere presentato le dovute comunicazioni di ospitalità previste dal Testo Unico sull'Immigrazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino