AZZANO DECIMO - Negli ultimi anni nel territorio comunale sono cresciuti le famiglie e le persone sole senza tetto. C’è chi ha bisogno di un’accoglienza per un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FATTI NON PAROLE
Questo per essere coerenti con la propria fede e seguire i principi del Vangelo. «Pensateci, siate capaci di proporre soluzioni concrete per aiutare questa persona – ha detto don Aldo -. Da parroco di questa bella comunità, rivolgo un appello ai cristiani di buona volontà per risolvere questo delicato problema che sta diventando una vera e propria emergenza. Ho saputo di questa emergenza dal Comune. Mi hanno chiamato per lanciare questo messaggio di aiuto e trovare un alloggio a questa persona». Si tratta di una cinquantenne azzanese che, dopo la morte della mamma, non è più riuscita a pagare l’affitto, spiegano dall’ufficio comunale. Il problema ora sta proprio nel trovarle una casa, una famiglia con cui stare. «Abbiamo mosso don Aldo, cercando di lavorare con la gente. Proprio dalla comunità possono emergere persone in grado di offrire soluzioni concrete e aiutare chi ha bisogno», hanno spiegato dal Comune. Così è accaduto per un altro caso, un uomo rimasto solo che ha trovato alloggio in una famiglia di Azzano. La donna in questione, è conosciuta in paese, è una persona tranquilla. Prima viveva in una casa alla periferia di Azzano, con la mamma. Il papà se n’era andato via tempo addietro, lasciandole sole. Lei ha una borsa lavoro alla materna parrocchiale, ma fin che la mamma era in vita ha vissuto dignitosamente. La pensione della mamma unita alla borsa lavoro permetteva a entrambe di pagare l’affitto e mantenersi decorosamente.
IL LUTTO
Morta la mamma, è andata in serie difficoltà, diventando invisibile. Il suo lavoro non le permette di pagare l’affitto e così ha dovuto lasciare la casa. La ricerca di questi ultimi giorni non ha prodotto il risultato sperato, o per pregiudizio o per paura, nessuno si è fatto ancora vivo. «Le emergenze non vanno affrontate solo negli uffici istituzionali, quello certamente è il primo passo, ma vanno superate anche con la solidarietà di tutta una comunità che si fa carico del problema dei più deboli e indifesi – conclude don Aldo -. Ci auguriamo che la Provvidenza si faccia avanti attraverso il volto, il cuore, la generosità di qualcuno che possa aprire le porte della propria casa e che tengano conto della situazione di questa persona». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino