PORDENONE - Dal ricatto sessuale alle vendite inesistenti passando per la richiesta di soldi e il furto dei dati anagrafici. Le...
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Le truffe on line sono cresciute in modo esponenziale anche in provincia di Pordenone. Ci si conosce sul web, spesso sui social network e come in tutte le relazioni virtuali che cominciano il rischio è dietro l'angolo. Dietro al nome e cognome di un utente potrebbe nascondersi un truffatore seriale. Una persona senza scrupoli che con l'inganno può portare qualcuno anche a dilapidare il conto in banca.
Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza sono quasi quotidianamente alle prese con l'accoglimento di denunce presentate da cittadini che, per troppa superficialità o per una scarsa conoscenza informatica, cadono nella rete. Un esercito di internauti ci sono poi i casi di chi, per vergogna o pudore, decide di non rivolgersi alle forze di polizia che deve fare i conti con un'attività criminale senza precedenti.
Essere diffidenti, talvolta, può evitare di incorrere in brutte sorprese. Come nel caso di una donna che risiede nell'hinterland pordenonese che, invaghitasi di un sedicente ingegnere francese, per motivi di lavoro in Africa conosciuto su Facebook, ha rischiato di cadere nel tranello e di consegnargli a scatola chiusa 3mila euro. Dopo averla lusingata con tutta una serie di complimenti, ecco la richiesta: «Sono stato vittima di un agguato, sono ferito e la mia ambasciata non vuole aiutarmi. Ho perso tutti i soldi e mi servono subito 3mila euro per curarmi e per poter tornare in Francia. Puoi aiutarmi?».
Il Gazzettino