Faccetta nera cantata in radio. Caso Donazzan: la Lega pretende le scuse in aula

«Dipende tutto da lei». La Lega non assolve a priori Elena Donazzan, l'assessore regionale veneta che alla radio ha cantato Faccetta nera e che oggi sarà...

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«Dipende tutto da lei». La Lega non assolve a priori Elena Donazzan, l'assessore regionale veneta che alla radio ha cantato Faccetta nera e che oggi sarà processata in consiglio regionale, in una seduta che per la prima volta in cinquant'anni di storia vedrà mettere ai voti una mozione di riserve. In sé la mozione, anche se venisse approvata, non comporterebbe alcunché: il governatore Luca Zaia potrebbe tranquillamente ignorarla e mantenere Donazzan in giunta. Ma è indubbio che il caso sia squisitamente politico, tanto più che a consentire la presentazione di quella mozione, visto che l'opposizione di centrosinistra non aveva la decima firma per farlo, è stato lo zaiano Stefano Valdegamberi. Non solo: Zaia, che solitamente scansa le polemiche tra alleati, ha detto che Donazzan deve scusarsi. E allora il punto è: cosa farà oggi in aula la Lega? Voterà la mozione o, più diplomaticamente, si asterrà? Chiederà le dimissioni dell'esponente di Fratelli d'Italia o si accontenterà di averla messa in difficoltà soprattutto all'interno del suo partito da cui peraltro non è arrivato poi tutto questo sostegno? «Dipende da quello che l'assessore Donazzan dirà, ci aspettiamo molto dal suo discorso, è tutto nelle sue mani», dice Alberto Villanova, il coordinatore dell'intergruppo Zaia Presidente, Lega e Gruppo Misto (dove strategicamente siedono, con lo speaker dell'opposizione Arturo Lorenzoni, lo stesso Valdegamberi e Fabiano Barbisan). Tradotto: se si scusa, capitolo chiuso. Altrimenti rischia la sfiducia.


 

IL VERTICE

La decisione di condizionare la sentenza all'intervento dell'assessore è stata presa ieri pomeriggio al termine di una videoconferenza dei consiglieri regionali della galassia leghista, presente il governatore Luca Zaia. L'orientamento, già emerso nei giorni scorsi, è di astenersi al momento del voto, dando così il segnale politico e ufficiale di prendere le distanze dal comportamento dell'assessore Donazzan senza arrivare a votare a favore della mozione. Tra i leghisti, però, c'è chi continua a spingere per una dura condanna dell'esponente di FdI: una posizione che, pur minoritaria, annovera al suo interno esponenti di rilievo come il vicepresidente del consiglio regionale Nicola Finco (avverso a Donazzan anche per questioni territoriali, entrambi vicentini dell'area bassanese) e come il focoso Valdegamberi. Dunque, la decisione finale è stata di valutare come evolverà il dibattito in aula. Ammesso che Donazzan intervenga. «È tutto nelle sue mani», ripete Villanova.
SILENZIOE sarà interessante ascoltare gli interventi dei cinque consiglieri di FdI che in questi giorni si sono distinti per un assordante silenzio. Il capogruppo Raffaele Speranzon ha sì difeso l'operato amministrativo della collega Donazzan ma non ha consumato una sillaba in merito a Faccetta nera canticchiata a La Zanzara su Radio 24. Semmai, la preoccupazione dei Fratelli è che Zaia mantenga Elena Donazzan in giunta, ma poi presenti il conto quando si aprirà la partita delle nomine. Della serie: vi ho salvato l'assessore, cosa volete di più?


LA RICHIESTA

Intanto il portavoce dell'opposizione Arturo Lorenzoni incalza il governatore: «Il presidente Zaia è tenuto a prendere una posizione chiara in merito alle dichiarazioni di simpatia verso il regime fascista espresse da un suo assessore. Lui, e solo lui, ha la responsabilità del posizionamento politico della giunta. Non è minimizzando, o bollando le affermazioni di Donazzan come delle semplici leggerezze, che tutto tornerà come prima».
 

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Il Gazzettino